Il 22 maggio scorso a Roma, in una riunione organizzata dal Comitato “Quota 96” e alla quale erano stati invitati illustri esponenti politici, unanime era stata la promessa di risolvere la questione di circa 6000 lavoratori della scuola (ma per il MIur era solo 3500 e secondo l’Inps 9000 per cui si è arrivati al compromesso di conteggiarne 6000) colpevoli di avere una sola finestra di uscita in concomitanza con la fine dell’anno scolastico: il 31 agosto, e quindi impossibilitati a fare valere come termine ultimo, così come prescriveva la precedente legge sulle pensioni, il 31 dicembre.
Ebbene a distanza di pochi mesi, tutta quella platea di deputati, compresi il presidente Francesco Boccia, sembra tacere, mentre si viene a sapere, così come nel blog dei “Quota 96” si legge, che il consiglio dei ministri di domani non prenderà in esame la possibilità di mandare il pensione questo personale tramite un decreto, per accelerare le operazioni prima del prossimo uno settembre, giorno in cui costoro debbono presentarsi a scuola.
Gli stessi rappresentanti del comitato scrivono infatti alla notizia del rinvio: rinviato o respinto?
“Ancora non si sa. Intanto si continua a giocare sulla pelle dei lavoratori della scuola, i più bistrattati in assoluto dai governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni…UNA VERA VERGOGNA!
Il PD, in campagna elettorale si è assunto un vero e formale impegno nei nostri confronti, impegno che ora deve onorare e non rinviare alle calende greche. Siamo la classe docente più vecchia d’Europa, la meno pagata e la più tartassata in assoluto…è giunta l’ora di porre rimedio a questa situazione prima che sia troppo tardi. "COSTI QUEL CHE COSTI, Q.96 VA RISOLTA IMMEDIATAMENTE" ha comunicato il presidente Boccia con un messaggio al COMITATO CIVICO QUOTA 96, al quale appartengo anche come direttivo. E invece che succede?
La ragioneria dello stato dice che ciò ha un costo..ma guarda, un costo…che dire dei contributi che abbiamo regolarmente versato nei nostri quasi 40 anni lavori, per alcuni anche di più? COSTI QUEL CHE COSTI…adesso è il momento di prendere decisioni.. Abbiamo già fatto un anno in più, fare anche il secondo sarebbe come condannare ai lavori forzati una categoria di lavoratori onesti che ha dedicato una vita intera all’educazione e all’istruzione di tante generazioni.
Ora è giusto che passi il testimone. E il governo deve attivarsi affichè questo sia possibile e praticabile…
MA ADESSO, IMMEDIATAMENTE…IL 1 SETTEMBRE E’ ALLE PORTE…
“Le promesse si mantengono.
NON CHIEDIAMO PRIVILEGI MA IL RICONOSCIMENTO DI UN DIRITTO SCIPPATO. Sostenete la Ghizzoni che da due anni cerca di far approvare la sua normativa che sani i q.96…ma adesso, il 28 agosto! “
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