Questo paradosso continua ad avere ricadute pesanti sulla qualità dell’offerta formativa e della professione docente e, di conseguenza, sull’immagine stessa delle istituzioni scolastiche nella società.
Molti sarebbero gli esempi a sostegno di questa tesi, ma ne basta uno per rendere l’idea di quanta distanza spesso separi la normativa dal quotidiano scolastico.
E’ il caso del consiglio di classe. Il ruolo ad esso attribuito dal Testo Unico ( Parte I, Titolo I,, art.5, comma 8) è di fondamentale importanza ai fini della progettazione e della sperimentazione didattica, condizioni dalle quali la scuola non può prescindere se punta ad una offerta formativa di qualità.
Secondo la normativa, il consiglio di classe dovrebbe riunirsi periodicamente, in ore non coincidenti con l’orario delle lezioni, “col compito di formulare al collegio docenti proposte in ordine all’azione educativa e didattica e ad iniziative di sperimentazione e con quello di agevolare ed estendere i rapporti reciproci tra docenti, genitori e alunni”.
Nella prassi scolastica la maggior parte delle riunioni del consiglio di classe coincide, invece, con le scadenze fisse previste dal calendario scolastico e segue il rituale d’occasione.
Rari, è il caso di dirlo, sono gli incontri (esistono, comunque, per fortuna, le eccezioni) programmati ad hoc dal consiglio di classe per svolgere una delle sue più importanti funzioni istituzionali, che è essenzialmente quella della ricerca e della sperimentazione didattica. Altrettanto rare, di conseguenza, sono le proposte di innovazione didattica formulate dai consigli di classe al collegio dei docenti, il quale anch’esso spesso tradisce una delle sue funzioni principali previste dal Testo Unico: la valutazione periodica dell’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati e la formulazione di proposte per migliorare l’attività scolastica
La sperimentazione dell’autonomia organizzativa e didattica ci si augura che rivaluti il ruolo dei consigli di classe e del collegio dei docenti e faccia emergere nella scuola la cultura della progettualità. La sperimentazione dell’autonomia, infatti, consente di eliminare molti aspetti di rigidità insiti nel sistema scolastico attuale e dà ad ogni istituto una valida occasione per progettare un’offerta formativa flessibile e calibrata sulle richieste sociali e per valorizzare la professionalità di molti docenti, oggi spesso offuscata da rituali sterili e demotivanti.