Non si sono fatte attendere le reazioni da parte della politica, alla decisione del Consiglio di Stato con cui alcuni ricorrenti non abilitati sono stati ammessi con riserva a partecipare al concorso.
Con una dichiarazione resa a qualche ora di distanza dalla diffusione della notizia della decisione sui non abilitati e sui diplomati ad indirizzo linguistico, il deputato del Pd e componente della Commissione cultura Simona Malpezzi ha espresso un parere fortemente critico verso la pronuncia dei Giudici di Palazzo Spada.
Dalle dichiarazioni dell’on. Malpezzi emergono due certezze: la prima è che non è stata ben compresa la pronuncia cautelare, la seconda è che il Pd sta tentando di difendere a tutti i costi la Legge 107/15, sebbene comincino a presentarsi i primi nodi al pettine.
La deputata componente della Commissione cultura in particolare ha dichiarato che la decisione del Consiglio di Stato in merito all’ammissione con riserva dei non abilitati al concorso si fonderebbe sui precedenti della sezione relativa alla questione di merito.
Sulla base di tale erronea premessa, l’on. Malpezzi ha quindi già sentenziato che la pronuncia del Consiglio di Stato “non sembra avere alcuna fondatezza considerato che, nel frattempo, la legge è stata modificata. Il dettato della legge 107 sulla Buona scuola è molto chiaro: per insegnare serve un titolo abilitante. Comunque vorrei chiarire che per ora non è stato espresso nessun pronunciamento favorevole. Questa impostazione è a nostro avviso scorretta e si pone in netto contrasto con le norme contenute nella Buona scuola che assai ragionevolmente prevedono che per accedere al ruolo nella scuola sia necessario aver conseguito prima un titolo abilitante”.
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Peccato che la deputata Pd abbia clamorosamente confuso la motivazione dell’ordinanza emessa sul ricorso per i diplomati ad indirizzo linguistico, con quella dell’ordinanza sui non abilitati, considerato che solo nella prima il Consiglio di Stato ha fatto richiamo ai propri precedenti in materia, e non pure nella seconda.
E’ evidente, in ogni caso, che la pronuncia del giudice amministrativo d’appello si pone in contrasto con le disposizioni di cui alla Legge 107 ma, forse è il caso di ricordarlo alla componente della Commissione cultura della Camera, in tutti i ricorsi pendenti sull’identica questione è stata sollevata la questione di legittimità costituzionale della Legge 107.
Pertanto, qualora in sede di merito il giudice amministrativo dovesse ravvisare che ne sussistono i presupposti, potrà inviare gli atti alla Corte costituzionale che, a sua volta, avrebbe potere di dichiararne la illegittimità costituzionale; dimentica peraltro l’on. Malpezzi che il Tar Lazio ha già inviato gli atti alla Corte costituzionale, sospettando di incostituzionalità le disposizioni della legge 107, laddove viene negata la possibilità di partecipare al concorso ai docenti già di ruolo.
Di contro, a fronte di cotanta scarsa chiarezza sul cosa stia effettivamente succedendo, l’on.le Malpezzi ha preannunciato battaglia da parte del Miur che arginerà il tentativo di aprire il concorso ai non abilitati.
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