Categorie: Attualità

Il Consiglio di Stato favorevole alle benedizioni a scuola? Preoccupante per l’Uaar

“Un provvedimento incomprensibile, considerato che le benedizioni si sono già svolte, ma che dà il polso di quanto diffuso sia questo atteggiamento di supina acquiescenza al potere clericale”.

Adele Orioli, responsabile iniziative legali dell’Uaar, commenta così la notizia che ieri il Consiglio di Stato ha sospeso l’esecuzione della sentenza del Tar dell’Emilia Romagna che, solo poche settimane fa, ha vietato le benedizioni pasquali nelle scuole dell’Istituto comprensivo 20 di Bologna. Benedizioni che nel frattempo però si erano già svolte. La vicenda risale infatti allo scorso anno, quando nella scuola della preside Daniela Turci (che è anche consigliera comunale Pd a Bologna) e del presidente del Consiglio d’istituto Giovanni Prodi (nipote di Romano), era stata disposta la concessione di un locale scolastico, ai parroci che ne avevano fatto specifica richiesta, Parrocchia SS. Trinità, S. Giuliano e S. Maria della Misericordia, “per l’espletamento di attività di benedizione pasquale senza fini di lucro nelle giornate riportate in apposita convenzione”.

Contro tale decisione 18 genitori e insegnanti dell’Istituto Comprensivo 20 e il Comitato Bolognese Scuola e Costituzione, sostenuti anche economicamente dall’Uaar, avevano presentato ricorso al Tar il quale, con sentenza 166/2016, aveva dato ragione ai sostenitori della laicità della scuola, rilevando che “non v’è spazio per riti religiosi” come le benedizioni e ricordando che, anche in orario extrascolastico, si possono ospitare solo “attività che realizzino la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile”.

Decisione che aveva ricevuto il plauso dell’Uaar per bocca della responsabile iniziative legali che ora invece commenta: “Il Ministero difende gli interessi della Curia e della politica clericale, e tramite il Consiglio di Stato ottiene la sospensione della sentenza del Tar. A Bologna – conclude Orioli – potrebbe essere così infranta una lunga tradizione laica, e dopo decenni di scuole senza connotazioni confessionali potrebbe riemergere un passato dimenticato, con preti che passano a benedire edifici, bambini e personale della Scuola della Repubblica”.

Redazione

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