(Nonostante la legge dalla loro parte il Provveditore dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Foggia non accenna ad alcuna esecuzione)
Si dice sempre che la giustizia italiana abbia dei tempi eccessivamente lunghi. Ma a volte capita che si esprima abbastanza celermente e, allora, in questo caso ci pensa qualcun altro a dilungare i periodi non applicando la sentenza emessa da un giudice e non se ne capisce la ragione, soprattutto quando in altri casi e in altri luoghi la vicenda ha un epilogo completamente diverso.
Spiego meglio: siamo un gruppo di docenti che da anni prestano il loro servizio in diversi ordini di scuola con tanta passione e dedizione. Lavoriamo tutti nella provincia di Foggia. La nostra passione ci ha spinti, in maniera diversa, nel corso degli anni, ad approfondire sempre di più le nostre conoscenze, partecipando a master, corsi di formazione etc. per arricchirci non solo professionalmente ma anche da un punto di vista umano.
Tutti, come ulteriore segno di attaccamento alla professione, ci siamo ritrovati, non senza sacrifici, a specializzarci per le attività di sostegno mostrando attenzione per l’importanza di questo compito.
L’insegnante di sostegno, oggi, viene ad assumere compiti nuovi, più specifici ed impegnativi, in quanto non è solo di sostegno al singolo alunno disabile ma lo è di tutto il gruppo-classe, contribuendo ad un’armonica integrazione e collaborazione reciproca. E’ quindi una figura essenziale, significativa, sia nella relazione con il docente curriculare sia all’interno del più vasto rapporto con gli altri docenti della scuola: è un mediatore attivo e promotore di una scuola accogliente e inclusiva, in grado di dare risposte adeguate ai bisogni specifici di apprendimento e a quelli sociali di ciascuno alunno.
Ma tutti i sacrifici di, cui sopra, sono stati vani, perché il nostro governo invece di valorizzare la professionalità di noi insegnanti, ha pensato bene, nel momento in cui dovevamo inserire il titolo, di posizionarci in coda a tutti i docenti in graduatoria, (nonostante le varie sentenze della Corte Costituzionale che definivano illegittime le code), negandoci la possibilità di avere ciò che era nostro: il punteggio acquisito negli anni.
Successivamente a seguito della legge 107 (sulla Buona Scuola), la famosa e triste “FASE B” delle assunzioni, volute sempre dallo stesso governo, che ci ha confinati nella maggior parte dei casi a migliaia di Km da casa destando non poca preoccupazione in ognuno di noi.
Veniamo alla vicenda: ci consultiamo con un avvocato e avviamo un ricorso che possa fare giustizia; chiediamo l’inserimento a pettine negli elenchi di sostegno della nostra provincia (FOGGIA). E in effetti ci riesce perché il giudice con Ordinanza N.6301 del 03/02/2016, “ accoglie l’istanza e ordina all’Amministrazione di inserire i ricorrenti a pettine negli elenchi di sostegno, nonché di adottare i provvedimenti consequenziali di accedere alle fasi 0 e A di individuazione dei docenti destinatari delle proposte di stipula di contratti a tempo indeterminato”.
Successivamente in data 29/02/2016 l’Amministrazione pubblica il decreto e dispone con la pubblicazione delle graduatorie l’inserimento a pettine delle ricorrenti.
Ma il tutto si blocca qui.
Stiamo aspettando in questi giorni la pubblicazione del decreto per la domanda di mobilità, con tutte le conseguenze del caso e l’Amministrazione continua a non ottemperare alla disposizione del giudice, raggirando il problema e soprassedendo alla nostra situazione; non vuole sottoscrivere i nuovi contratti a tempo indeterminato che ci vede inseriti in Fase 0.
Non rendendo esecutivo tale provvedimento noi docenti specializzati sul sostegno, da anni al servizio delle scuole della nostra provincia, rischiamo di dover, dal prossimo anno, trasferirci in un qualunque ambito scolastico (a livello nazionale ), scelto da un computer così come successe per l’individuazione in Fase B.
Ciò provocherebbe non solo disagi familiari ma soprattutto i nostri alunni perderebbero quella continuità educativa e didattica fondamentale per il loro percorso formativo.
Alla luce della sentenza a nostro favore e del fatto che altri docenti in altre province pugliesi hanno ottenuto oltre all’inserimento a pettine anche il contratto a tempo indeterminato in fase 0 (nella propria provincia); non ci resta che chiederci “ma forse la legge non è uguale per tutti”?