I 1600 insegnanti PAS di Scuola Secondaria della Toscana solidali con i 40.000 colleghi di tutta Italia protestano perché con l’emanazione unilaterale del Decreto Ministeriale 353/2014, senza preventiva e opportuna concertazione, è stata introdotta una pericolosa sperequazione tra titoli di abilitazione equipollenti, assegnando un punteggio nettamente inferiore al titolo PAS, penalizzandolo nell’inserimento in graduatoria e per i futuri concorsi a cattedre.
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Dal prossimo Anno Scolastico tutte le scuole con disponibilità di incarichi annuali attingeranno i nominativi dalle nuove graduatorie ex DM 353/2014, in cui gli insegnanti precari PAS, sebbene dotati di numerosi anni di servizio, occuperanno posizioni di rincalzo che offriranno minori possibilità di reclutamento. Si innescherà così un pericoloso rimescolamento delle cattedre, in contrapposizione a quanto proclamato dal Premier Renzi di porre fine al precariato della scuola in Italia.
Il percorso abilitante PAS ha preso il via nei primi mesi del 2014 dopo una serie infinita di ostacoli politici, normativi, burocratici e organizzativi, e ora che è in pieno svolgimento manca la volontà politica di favorire l’inserimento in graduatoria degli interessati. La scorsa settimana, infatti, il 23 Maggio 2014 il MIUR ha anticipato i consueti termini di aggiornamento delle graduatorie al 23 Giugno, in modo tale che coloro che stanno frequentando i corsi e da anni consentono lo svolgimento di un servizio pubblico, compreso lo svolgimento degli Esami di Stato, non abbiano la possibilità di aggiornare i titoli e il punteggio in modo adeguato con l’inserimento in II fascia.
Al contrario, viene riconosciuta una ridicola, inutile e umiliante precedenza in III fascia. Si fa presente che questi insegnanti hanno maturato tutti “rilevanti titoli di servizio”, riconosciuti dalle normative europee come professionalmente abilitanti, sufficienti nel settore privato per l’assunzione a tempo indeterminato, insufficienti per il solo settore pubblico della Scuola. Tutto ciò metterà a repentaglio il posto di 40000 lavoratori in Italia e creerà grossi disagi a oltre un milione di studenti, obbligherà centinaia di istituti a un imponente turn-over del corpo docente e tutte le attività didattiche dovranno essere rifondate, a tutto discapito della efficienza e della continuità didattica.