I lettori ci scrivono

Il coronavirus ha portato a galla tutte le iniquità del Paese: lettera di una docente precaria

Per il contenimento del contagio il Governo ha varato misure che limitano la libertà dell’individuo per tutelare la sua sopravvivenza, dalle chiusure degli spazi di aggregazione alle limitazioni alla libera circolazione dell’individuo.
Tali restrizioni della libertà individuale sono condivisibili per la tutela della salute pubblica.
Il cittadino, in quanto essere umano, per sopravvivere, necessita di nutrimento, di un abitazione, dunque di reddito per procurarsi questi beni primari che lo mantengono in vita. In virtù di questa ovvietà, è necessario che il Governo dia la possibilità al cittadino di continuare a vivere, varando nei confronti della popolazione misure di tutela economica, fornendo un reddito a tutti i cittadini che, a causa dell’emergenza in atto, si trovano senza lavoro e di conseguenza senza entrate.
Il Governo ha deciso di chiudere in primis la cultura. Gli spazi della cultura: teatri e scuole, i miei luoghi di lavoro. Docente di Filosofia e Storia iscritta alla terza fascia e attrice professionista, lavoratrice dello spettacolo, docente di recitazione. Precaria.
Prima che il virus giungesse tra noi, in teatro stavo conducendo un laboratorio di recitazione, che ovviamente è stato interrotto, con lezioni riattivate on-line. A scuola stavo svolgendo una supplenza breve su sostegno, partita a gennaio poi posticipata fino a metà marzo, in piena emergenza CoVid-19. La docente che stavo sostituendo ha interrotto il suo congedo. Ho contattato la Dirigente del Liceo romagnolo, in cui prestavo servizio, segnalando che l’art.121 del DL n.18/2020, stabilisce la continuità occupazionale per i docenti supplenti brevi e saltuari. La risposta, fornitami dalla segretaria è stata: la Dirigente si è confrontata con in sindacati, la docente che lei stava sostituendo è tornata in servizio, dunque, il suo contratto è terminato. Diversi i solleciti alla Dirigente del Liceo, da parte mia, del sindacato di cui faccio parte e dal legale del sindacato. Nel frattempo esce una nota Miur incomprensibile e mal redatta che alimenta il caos.
Ed io mi sono trovata senza lavoro, senza nessuna tutela, senza alcun reddito.
Ora, ovviamente, date le circostanze in cui siamo immersi, nessuna scuola può chiamarmi per una nuova supplenza.… ed io come posso procurarmi reddito?
Il Governo dovrebbe tutelare noi docenti di terza fascia in servizio con supplenza breve durante l’emergenza sanitaria e in essere al momento della sospensione della didattica. Invece, tanti docenti titolari che avrebbero voluto e potuto continuare a rinnovare il periodo di sospensione del lavoro sono rientrati in servizio. Di conseguenza rimaniamo senza lavoro, a reddito zero e senza possibilità di chiamata da altre scuole. Parlo a nome di tutti i docenti che erano in servizio di supplenza durante l’emergenza.
Gli spazi della cultura non sono agibili, ma la cultura resta agibile, perché, citando Gramsci: la cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri.
Siamo lavoratori della cultura, non dobbiamo lasciare che questa sopperisca, dunque continuiamo a tenerla in vita organizzandoci e rivendicando i nostri diritti chiedendo il Reddito di Quarantena.

Silvia Fabbri

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