Il coronavirus passerà, ma i problemi della scuola resteranno.
Ho quasi 61 anni, quindi ho frequentato le elementari quando a scuola ancora si faceva ciò per cui la scuola è stata inventata e da cui purtroppo si è venuta man mano discostando: studiare. Nessuno si preoccupava più di tanto della socializzazione, delle relazioni interpersonali e simili, ma dalle scuole si usciva culturalmente preparati.
Nessun scolaro si sarebbe mai permesso di dire: “Ciao, maestra”, bensì “Buongiorno, Signora Maestra”. Cioè ci si rivolgeva agli insegnanti con la dovuta forma di rispetto, riconoscendo l’autorità e l’autorevolezza del docente e della sua funzione. Sì, perché l’insegnante non è l’amicone con cui ci si può permettere tutto. Tale deleteria tendenza degli ultimi anni fa sì che quando lo scolaro diventa studente e accede alle scuole superiori si crede di poter continuare a usare la stessa confidenza con i suoi professori.
Ma come diceva mia nonna: “troppa confidenza fa perder la riverenza!”.
Daniele Orla
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