Anche il ministro Patrizio Bianchi comincia ad avere dei dubbi sulla tenuta della scuola di fronte all’impennata di contagi, che negli ultimi giorni si sono posizionati ben oltre i 10mila casi quotidiani. Solo pochi giorni fa, il numero uno del dicastero dell’Istruzione si era detto certo che “nella scuola la situazione è la più sicura che abbiamo nel nostro Paese”. Adesso, con l’innalzamento dei casi, con un numero crescente di alunni e docenti colti dal Covid e spesso posti in quarantena anche in presenza di un solo contagio, Bianchi ha detto – , ospite di Sky TG24 Live – che “la situazione nelle nostre scuole oggi è assolutamente sicura e sotto controllo, ma dobbiamo essere attenti, perché non siamo isolati dal mondo”.
La scuola non è indenne dal Covid
Insomma, se la pandemia dovesse allargarsi ancora a macchia d’olio, la scuola non sarebbe indenne. E nuovi provvedimenti, proporzionati ai casi presenti nei singoli territori, sarebbero inevitabili. Con la differenza che stavolta nelle scuole superiori vi sono una larga fetta di studenti vaccinati.
E siccome la nuova variante del Covid sembra trovare terreno fertile tra gli under 12, le cui vaccinazioni prenderanno il via non prima del 16 dicembre, a rischiare la DaD (nelle Regioni con numeri sopra una certa soglia) in questo frangente sarebbe anche e soprattutto la scuola del primo ciclo e parte delle medie.
Bianchi: l’Italia presa come esempio positivo
Il ministro dell’Istruzione non vuole nemmeno pensare ad uno scenario del genere. “La scuola è in presenza e la teniamo in presenza – ha dichiarato Bianchi -. C’è in tutta Europa una nuova ondata di pandemia, e tutta Europa sta guardando all’Italia, a come la stiamo gestendo”.
“Grande prudenza e grande attenzione, ma andiamo avanti. E al contempo lavoriamo alla trasformazione della scuola”, ha concluso il titolare del Mi.