I contagi da Covid si confermano elevati: nelle ultime ventiquattr’ore si sono registrati 167.206 nuovi casi e 426 morti. I casi di positività si continuano contare pure tra alunni e docenti: secondo un sondaggio svolto il 21 gennaio tra circa 1.300 presidi dell’Anp, una classe su tre (il 32%) risulta in DaD nella scuola dell’infanzia e una su quattro (il 23%) alla scuola primaria. Si tratta di numeri decisamente più alti di quelli indicati pochi giorni fa dal ministro dell’Istruzione (appena il 6% delle classi) nel corso di un’audizione alla Camera.
Meno rilevante è la DaD registrata nella scuola secondaria di primo e secondo grado, dove gli studenti risultano in larga parte vaccinati: alle medie e alle superiori, la percentuale di Dad scende al 9%, dove però è tre volte tanto (il 29%) la percentuale di classi che si ritrova in didattica digitale integrata (modalità che non è presente nell’infanzia e nella primaria) per un totale di 38% di classi dove si fa lezioni non proprio in modo canonico.
Decisamente più ridotta, sempre secondo il sondaggio dell’Associazione nazionale presidi, è la quantità di personale docente e Ata in media assente: “si attesta intorno al 7%”, dice ancora l’Anp.
Si tratta di una percentuale, a ben vedere, decisamente più bassa rispetto a quelle circolate nei giorni scorsi, con punte addirittura del 30% di insegnanti e Ata costretti casa.
“Si tratta di numeri in evoluzione – dice Antonello Giannelli, numero uno Anp – che noi offriamo alla riflessione collettiva nella convinzione che la trasparenza costituisca presupposto fondamentale per la democrazia. Da settimane denunciamo il caos nel quale sono costrette a lavorare le scuole e la necessità di semplificare le misure di gestione dei casi di contagio”.
“Apprezziamo, quindi, la dichiarazione odierna del sottosegretario Costa riguardante la necessità di ‘mettere in atto una semplificazione delle regole per le scuole’. Speriamo sia la volta buona”.
Dai territori, intanto, giungono numeri piuttosto pesanti. In Lombardia, nella settimana tra il 17 e il 23 gennaio sono state 9.441 le classi in isolamento, con 115.262 alunni (18.814 nell’Ats di Milano) e 6.225 operatori scolastici in isolamento.
I nuovi positivi nella popolazione scolastica sono risultati 62.079, il 12% in più rispetto alla settimana precedente.
Scorrendo il report di monitoraggio settimanale, diffuso dall’assessorato al Welfare della Regione, si scopre che il Covid ha colpito maggiormente i bambini tra 0 e 10 anni (con la punta del +74,39% nella fascia 3-5, ossia quelli ancora esclusi dai vaccini), che non a caso è anche quella con percentuali minori di vaccinati, mentre calano i contagi tra gli 11 e i 18 anni.
Anche in Veneto i casi di Covid nella scuola sono considerevoli: tra l’11 e il 25 gennaio scorsi sono state 15.289 le classi che hanno dovuto fare i conti con casi di positività, delle quali 5.436 in quarantena, nel periodo.
Gli studenti veneti coinvolti sono stati 271.932, dei quali 96.339 in quarantena. “L’attuale scenario epidemiologico – sottolinea la Regione – si caratterizza per un’elevata circolazione virale nella popolazione generale e in particolare nelle fasce di età scolare”.
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