I mille casi di Covid nelle scuole non sono un dato di cui allarmarsi: i numeri sono sotto controllo. Ne sono certi i ministri della Salute e dell’Istruzione e che il 5 ottobre, nella giornata mondiale del docente, saranno analizzati in una riunione ad hoc con i funzionari del dicastero di Viale Trastevere, il ministro e rappresentanti dell’Iss. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha comunque le idee chiare: “vogliamo tenere le scuole aperte nonostante ci saranno ulteriori contagi”.
Anche i dirigenti scolastici la pensano così: “Il numero degli infetti è irrisorio, le scuole coinvolte da casi sono un ottavo del totale. Bisogna però che le autorità sanitarie ci spieghino se si tratta di un trend esponenziale”, ha detto Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. L’incontro “tra la ministra Azzolina e l’istituto superiore di sanità servirà a capire l’entità dei dati e mi auguro che si possa davvero capire qual è il trend”.
Giannelli ha quindi fatto notare che “se le classi con i positivi chiudono perchè il caso Napoli suscita tanto clamore? Certo, il fatto che si parli più di calcio che di scuola la dice lunga sulle priorità della nostra società che dipendono solo da interessi economici”.
Nel frattempo, pure la ministra Lucia Azzolina ha detto che “gli istituti ora sono più pronti alla didattica a distanza e siamo gli unici in Europa a distribuire nelle scuole mascherine e gel disinfettante”. Per Azzolina i nodi sono da cercare fuori dalle classi.
“Il problema non è la scuola, ma ciò che avviene fuori. Per questo vorrei fare un appello ai ragazzi: rispettino le regole anche quando escono dai loro istituti”, dice richiamando ad una maggiore responsabilità sui comportamenti per combattere il contagio.
Su questo punto interverrà a breve il Consiglio dei ministri. Nel mirino il Governo ha già messo feste private, da ridurre a pochi partecipanti, battesimi e matrimoni a numero chiuso, verifiche costanti nelle zone della movida, con possibili chiusure anticipate dei locali.
Ma anche l’obbligo di mascherine all’aperto, come è stato già deciso nella Regione Lazio da alcuni giorni.
Del resto, secondo il Comitato Tecnico Scientifico se si vuole evitare un secondo lockdown generale, sarà necessaria una restrizione progressiva delle misure nella stagione autunnale.
Secondo l’Ansa, il nuovo Dpcm potrebbe già arrivare in Consiglio dei Ministri. Poi il passaggio del ministro Speranza in Parlamento e mercoledì la firma del premier Conte, che da Assisi avverte: “il nemico non è stato ancora sconfitto, siamo consci che non possiamo disperdere i sacrifici compiuti”.
Commentando le polemiche sulla mancata sfida Juve-Napoli, sempre Speranza ha lanciato un imperativo: “Un po’ meno calcio e un po’ più scuola, se possibile”.
Il vero nodo rimangono i trasporti: chi sale a bordo non ha spesso garantito il distanziamento minimo, soprattutto nei grandi centri.
A Roma e in tutte le altre città italiane metropolitane “dovrebbero essere raddoppiati”, secondo il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani, Francesco Vaia: “Abbiamo fatto tantissimo nei porti e negli aeroporti e siamo diventati un riferimento europeo e internazionale, ma i trasporti metropolitani sono un elemento di grande preoccupazione”.
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