La tesi negazionista del Covid di un prof di Jesi, secondo il quale “la tv racconta solo balle su balle, muoiono persone di tumore e le classificano covid“, non è isolata: ci sono almeno altri due insegnanti a sostenere che il Coronavirus non esiste.
Due professori negazionisti, marito e moglie, in servizio presso un liceo di Melfi, in provincia di Potenza, avrebbero espresso su Facebook dei concetti non molto diversi
I post, poi cancellati, hanno provocato la reazione dell’Unione degli Studenti di Melfi, che ha chiesto l’intervento dell’Ufficio scolastico regionale e del anche del ministero dell’Istruzione.
Il 13 novembre è arrivata la presa di posizione del dirigente scolastico del liceo dove insegnano, anche se la donna risulta in aspettativa da tre anni: “la scuola che rappresento si dissocia dai toni e dalle teorie sostenute”.
Il preside ha detto che mercoledì 11 novembre ha pubblicato un comunicato, dal quale si evince che ha “provveduto a segnalare agli organi scolastici territoriali competenti le diverse esternazioni a mezzo social network di due docenti in servizio presso questa istituzione scolastica”.
Il capo d’istituto spiega di avere mantenuto attivi nell’istituto da lui diretto “protocolli di sicurezza tali da non rilevare mai casi di contagio tra i suoi studenti ed il personale. Tutti i professori, infatti, nell’ambito del servizio quotidiano non hanno mai tenuto comportamenti difformi dalle misure di contrasto alla diffusione del virus adottate da questa amministrazione”.
Contro i negazionisti si è scagliato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: durante una delle ultime dirette su Facebook, l’ex vice-premier ha detto che in Italia “siamo arrivati ad un milione di contagiati: 600mila sono positivi e le curve in Europa sono anche peggiori”.
“Nonostante questo vedo ancora i negazionisti che si dividono tra complottisti e coloro che organizzano party in casa con 40 persone e poi pubblicano le storie su Instagram delle loro belle serate allegre. Sono un pugno in un occhio, una coltellata ai familiari delle vittime”, ha concluso Di Maio.
“Il messaggio contente l’invito per un negazionista che il professore di matematica del Liceo Classico di Jesi ha inviato ai suoi studenti su Whatsapp è inaccettabile”, ha dichiarato la senatrice M5S Donatella Agostinelli.
“È stato un messaggio pericoloso inviato da una persona che dimostra di non comprendere l’essenza stessa del proprio mestiere. Insegnare significa essere d’esempio. Bisogna avere un grande senso di responsabilità per formare generazioni di giovani e questo professore ha dimostrato di essere totalmente inadatto al suo compito. Mi auguro che gli uffici preposti prendano serissimi provvedimenti”.
“La cosa grave, quindi, non è l’assurda posizione personale di questo signore, ma il fatto che, con questo messaggio, abbia rivolto un vero e proprio invito a violare le regole e persino le leggi che, come professore, sarebbe tenuto a insegnare e far rispettare. Ecco perché – conclude Agostinelli – mi aspetto al più presto l’intervento dell’ufficio scolastico regionale delle Marche e un serio provvedimento disciplinare”.
L’indignazione si è già trasformata anche in un’interrogazione parlamentare al governo: il primo firmatario è il vicepresidente della commissione cultura di Montecitorio Nicola Fratoianni, di Leu.
Nell’interrogazione si riscostruiscono le due vicende, il clamore mediatico e la pronta reazione dei dirigenti delle due scuole coinvolte.
La tesi è che le parole no Covid e no vax dei docenti dei licei di Marche e Basilicata sarebbero incompatibili con la prosecuzione della loro attività educativa rivolta ai giovani.
Si chiede, nell’interrogazione, “quali sollecite iniziative abbia assunto il ministero dell’Istruzione e quali provvedimenti abbiano intrapreso o intendano intraprendere gli uffici scolastici regionali delle Marche e della Basilicata in relazione a quanto accaduto a Jesi e a Melfi dove docenti hanno espresso posizioni negazionistische sulla diffusione del contagio Covid19, anche in forme minacciose così come è avvenuto in Basilicata”
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