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Il Covid poteva essere gestito meglio e le scuole potevano rimanere aperte? Una Commissione d’inchiesta parlamentare lo stabilirà, crescono le polemiche

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Non si smorzano le polemiche sull’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dal Covid: dopo il sì della Camera all’iniziativa, di inizio luglio, hanno fatto “rumore” le recenti parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella (“Non può esistere una giustizia costituzionale politica. I ruoli non vanno confusi”). La maggioranza ha apprezzato e dato seguito alle parole del Presidente: “Riteniamo giusto procedere a precisare il punto al Senato e licenziare così il testo per un limitato riesame della Camera”, ha detto il deputato Galeazzo Bignami, di Fratelli d’Italia

I dubbi sulla commissione sulla gestione del Covid – sulla quale non sembra esserci quel consenso maggioritario che aveva caratterizzato le commissioni per il caso di David Rossi o per la morte di Emanuela Orlandi – crescono perché da più parti si teme che possa essere messa in discussione la decisione del Governo Conte di imporre il vaccino anti-Covid.

Matteo Renzi: avviarla è un dovere morale

Ma sul fatto che possa venire meno la commissione d’inchiesta, diversi politici non vogliono nemmeno sentire parlare: “Sorprende che qualcuno metta in relazione il monito di Mattarella con la commissione di inchiesta sul Covid. Se c’è un argomento di cui una commissione parlamentare DEVE occuparsi è proprio la pandemia”, ha scritto su twitter il leader di Italia viva Matteo Renzi in un intervento dal titolo: ‘Perché la commissione di inchiesta sul Covid è un dovere morale’.

L’ex premier ha sempre sostenuto che durante la pandemia le lezioni non dovevano essere sospese in modo prolungato, ancora di più perchè nelle scuole la prevenzione del Covid ha sempre funzionato perchè rispettata al meglio. Anche la didattica “mista”, con una parte di studenti a casa e l’altra a scuola non è mai stata presa bene da Matteo Renzi.

“Qui non si tratta – ha aggiunto il 29 luglio – di replicare una indagine penale. Anzi. Fare una indagine penale partendo dalle analisi dello zanzarologo Crisanti è forse la vera assurdità. La questione è un’altra: se hai una pandemia che è un evento storico con migliaia di morti, dubbi fondati sulle modalità di gestione del lockdown, degli approvvigionamenti sanitari, della gestione educativa nelle scuole, dei piani di emergenza, del ruolo della protezione civile, dell’eccesso di potere in capo a un solo commissario quando la pandemia è finita vuoi verificare quello che non ha funzionato o pensi che si debba dire che è andato tutto bene?”.

“Se vuoi trarre tesoro dagli errori e capire ciò che non ha funzionato – osserva il senatore – fai una commissione di inchiesta nel solco di ciò che scrive la Costituzione e che dispongono i regolamenti parlamentari. Se pensi che sia stato tutto perfetto, che sia andato tutto bene, che siamo stati i più bravi del mondo significa che ti chiami Giuseppe Conte. E allora il problema sei tu”. “Voterò con grande convinzione la commissione di inchiesta sul Covid non solo perché lo dico da tre anni”, conclude, ma “perché se non fai una commissione parlamentare sull’evento più straordinario degli ultimi cinquant’anni significa che non credi nel ruolo della commissione ma soprattutto non credi nel ruolo del Parlamento”, ha concluso Renzi.

L’ex ministra Bellanova: non è un faro giudiziario ma politico

Su Facebook, si dice dello stesso avviso l’ex ministra Teresa Bellanova, anche lei di Italia viva: “Io capisco i dubbi su una commissione di inchiesta che qualcuno in maggioranza vorrà usare per mettere in discussione la scelta di spingere su una vaccinazione quasi obbligatoria, che è stata finalmente l’elemento di svolta nella pandemia. Capisco quei dubbi, li condivido pure, ma in politica ci si sta con le proprie di idee, non con quelle degli altri: se la gestione della commissione andrà troppo in quella malaugurata direzione o se il testo finale metterà in dubbio le scelte legate alla campagna vaccinale, avremo tempo e modo per esprimere tutto il nostro dissenso”.

“Però – aggiunge – è evidente che un faro sulla gestione della pandemia vada acceso ed è evidente che – come il Presidente Mattarella ha richiamato – non è un faro giudiziario ma politico: le scelte che sono state fatte sono state tutte corrette? Le scuole potevano essere gestite diversamente, evitando di danneggiare una intera generazione di studenti? I ristori a pioggia sono stati tutti utili? Ecco, rispondere a queste domande sarà necessario”.

Alessandro Giuliani

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