Le proiezioni dei virologi erano corrette: l’Italia si appresta superare i 100mila casi di positività al Covid in un solo giorno. Nelle ultime ventiquattr’ore si è arrivati a 98.020 nuovi contagiati, ma anche 148 decessi, oltre un milione di tamponi effettuati e tasso di positività quasi al 10%: le Regioni più coinvolte sono la Lombardia (più di 32 mila casi), il Lazio, il Piemonte, il Veneto, l’Emilia Romagna, ma anche Campania e Sardegna. Quello che preoccupa è il numero sempre maggiore di ricoverati, la netta maggioranza dei quali non sono vaccinati. Ed è indicativo nel periodo dal 21 al 28 dicembre sono aumentati del 46% i ricoveri di ragazzi under 18 e bambini, moltissimi dei quali dopo l’Epifania torneranno a scuola senza avere fatto il vaccino. Dopo la vaccinazione del personale, garantita ormai per ben oltre il 90% di docenti e Ata, l’attenzione si sposta ora sugli studenti.
Ad allargare a macchia d’olio il contagio è stata la variante Omicron. Il Governo sta esaminando la situazione e si appresta a prendere provvedimenti.
Non si dovranno prendere provvedimenti immediati sulla scuola che, fortunatamente, in questi giorni non svolge attività didattica per via delle festività natalizie e di fine-inizio anno. Presto, però, quello delle lezioni in presenza (o a distanza) diventerà un problema da risolvere. E nemmeno di poco conto.
Il ministro dell’Istruzione, sostenuto dal premier Mario Draghi, tiene duro: dal 10 gennaio, ha ribadito Patrizio Bianchi, tutti gli alunni torneranno in classe. Lo stesso numero uno del Palazzo Bianco di Viale Trastevere, però, ha ammesso che i sindaci potrebbero intervenire e imporre la DaD: del resto, è nelle loro competenze.
Le cose, comunque, non sono così lineari. Non caso, da qualche giorno, contro Bianchi si sono scagliati diversi deputati del M5s, ad iniziare dall’ex ministra Lucia Azzolina.
Il 29 dicembre sono intervenute pure la Regioni, per dire stop alla quarantena per gli alunni asintomatici e vaccinati con due dosi da meno di quattro mesi e che vengano a contatto con una persona poi risultata positiva al Covid.
Vogliamo “favorire il più possibile la didattica in presenza anche nei casi in cui si registrassero delle positività nelle classi”, ha spiegato Raffaele Donini, assessore alle Politiche per la Salute dell’Emilia-Romagna che è anche, in seno alla Conferenza delle Regioni, coordinatore della Commissione Salute.
Ad essere esentati dovrebbero essere anche per gli studenti che hanno ricevuto la dose booster nella fascia di età compresa tra 16 e i 17 anni e gli adolescenti fragili tra i 12 e i 15 anni.
“C’è però preoccupazione sulla riapertura”, ha ammesso l’assessore all’Istruzione del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen: “vedremo se dal Ministero arriveranno indicazioni, sia rispetto ai tracciamenti legati alle scuole”.
Non convince nemmeno la decisione di riservare le mascherine FFP2 a soli 150mila docenti e Ata fronte di un milione e mezzo di dipendenti scolastici: tra l’altro anche su questo fronte i tempi non tornano, visto che i presidi potranno indicare al ministero la quantità necessaria di pezzi di mascherine speciali entro il prossimo 4 gennaio.
Come farà il dicastero dell’Istruzione a fornire le FFP2 in pochi giorni, visto che le scuole riapriranno tra il 7 e il 10 sempre di gennaio?
C’è poi il rebus del tracciamento, finora attuato solo sulla carta: per stessa ammissione del commissario straordinario all’emergenza Coronavirus, che ha ammesso la limitatezza dell’intervento dell’Esercito, con i tamponi effettuati in appena 300 istituti su 8.200, sinora le scuole non sono state supportate. E in caso di positività in classe, è quasi sempre scattata la DaD (a differenza di quanto era stato stabilito in accordo con Palazzo Chigi e sulla base di quanto detto dallo stesso Ministero).
Gli ultimi dati ci dicono che da 12mila i tamponi sono diventati circa 20 mila e gli istituti coinvolti sono saliti a 470. Ma siamo ancora lontani da quello che si era promesso.
C’è la novità dello stanziamento di 9 milioni per il tracciamento e i laboratori militari, previsto dal Governo, tuttavia il tempo per agire è veramente poco.
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