Rispetto il principio di laicità della scuola che non è per nulla compromesso dalla presenza in aula del crocifisso”: così scrive, nell’ articolo su TS, il preside catanese Giuseppe Adernò.
In proposito, va osservato che questa è solo la sua opinione personale di buon cattolico, opinione che va certamente rispettata. Può darsi che sia anche l’opinione del 34% di italiani “credenti cattolici praticanti” (secondo l’indagine Doxa per Uaar, aprile 2019); ma è improbabile, non certo che sia anche l’opinione del rimanente 66% di italiani (vedi stessa Indagine Doxa a pag. 7), così ripartiti: 32,7% credenti cattolici non praticanti, 5,2% credenti di altra religione, 10,1% credenti senza riferimento religioso, 6,3% agnostici, 9,0% atei, 2,7 non sa o non indica.
Ma allora perché mai concludere fatalmente e disinvoltamente – caro preside Adernò – come se il 100% di italiani la pensassero allo stesso suo modo, e cioè che il “crocifisso non compromette per nulla la laicità della scuola” e che addirittura costituisce una “necessità a supporto delle proposte educative”?
Vincenzo Pascuzzi