Il crollo dei viaggi d’istruzione: in un anno ridotti del 40 per cento
Il drastico taglio ai fondi d’istituto avrebbe fatto crollare il numero dei viaggi d’istruzione: secondo quanto denunciato il 10 marzo dal Partito Democratico, nell’anno in corso la riduzione sarebbe stata addirittura del 40 per cento. Un danno non solo formativo, ma anche di un miliardo di euro sottratti al settore del turismo.
A farsi portavoce del dissenso sono stati alcuni parlamentari del Pd, dopo aver incontrato rappresentanze sindacali di settore, degli operatori turistici specializzati nei viaggi d`istruzione e operatori del mondo della scuola e del turismo: secondo l’on. Elisa Marchioni la crisi dei viaggi d’istruzione si deve “da un lato all`impoverimento delle famiglie, uno dei fattori che hanno ridotto la durata e spinto a preferire destinazioni più vicine, dall`altro alla protesta degli insegnanti che, in modo spontaneo, a fronte delle scelte del Governo che penalizzano la scuola, hanno rifiutato di dare la disponibilità ad accompagnare gli studenti nei viaggi di istruzione”. L’on. Giovanni Bachelet, Presidente del Forum scuola del Pd ha annunciato che “il Partito democratico si è fatto carico di affrontare questo tema dimenticato dal Governo: presenteremo una interpellanza parlamentare. Gli insegnanti – ha continuato – hanno scelto di non accompagnare più gli studenti nei viaggi d`istruzione per il disagio profondo di una categoria che viene tartassata da troppo tempo dalle politiche devastanti del Governo sulla scuola. Politiche che hanno prodotto 8 miliardi di euro di tagli, 180.000 posti di lavoro in meno, stipendi congelati, una delegittimazione continua della professionalità”. Un concetto ribadito da Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd, secondo cui “quando si taglia la scuola, si taglia anche la crescita economica del Paese: senza viaggi di istruzione di alto livello – ha proseguito -, è la scuola intera che perde e sono tutti gli studenti a subire la privazione di importanti esperienze didattiche e socializzanti”. Secondo gli esponenti democratici sarebbero circa 30.000 i lavoratori del turismo danneggiati da questa situazione e che rischiano seriamente di perdere il lavoro per la riduzione delle gite scolastiche: il personale di piccoli hotel aperti per tre mesi all`anno per accogliere gli studenti, i ristoratori, gli autisti di pullman, le guide. “Non saranno certo i 5 milioni di euro messi ora a disposizione dalle due Ministre del Turismo e dell`Istruzione – conclude Puglisi – a cambiare le cose: è una cifra che, suddivisa, ammonta a un contributo risibile di 2 euro a studente”.
Se le cose stanno così, che fine hanno fatto i progetti di coalizione tra il settore scolastico e quello turistico, con gli ex ministri Fioroni e Rutelli d’accordo, tra cui l’allungamento della pausa pasquale e la proposta di inserire nel calendario scolastico una sospensione ad hoc proprio per incentivare i viaggi d’istruzione?