Italia Oggi fa una impietosa analisi del partito della ministra Stefania Giannini, Scelta civica, ormai quasi scomparso e con undici fra deputati e senatori scesi in campo per chiedere di soprassedere alla convocazione del primo congresso del partito, che presenta caratteri tali da farlo ritenere pure l’ultimo. Personaggi di primo piano nel mondo politico, parlamentare e governativo, da Pietro Ichino a Linda Lanzillotta a Benedetto Della Vedova, da Stefania Giannini a Ilaria Borletti Buitoni, hanno annunciato un pericolo concreto: le contrapposizioni, già emerse ed emergenti, possono recare alla “definitiva disgregazione”. I mesi trascorsi dopo la batosta delle elezioni europee hanno portato a defezioni e stanchezze.
Eppure c’è chi, pensa che il partito possa trovare un proprio spazio, né a destra né a sinistra, benchè la maggioranza si sia impegnata per fermare il processo congressuale ritenendo che la sconfitta europea abbia attestato l’inesistenza definitiva di una cerchia elettorale e che quindi non convenga impegnarsi in assise destinate a rimarcare più le divisioni che non l’unità.
Occorre poi ricordare che nel potenziale spazio centrista cui Sc (o Sc 2.0) potrebbe aspirare agiscono già il recente coagulo di Area popolare (Ncd e Udc) e poi il raggruppamento tra Centro democratico e Per l’Italia.
Andare ad aggiungere un’altra sigla, scrive Italia Oggi, concorrente non pare produttivo. Ed è facile supporre che sia i parlamentari che intendono fermare il congresso, sia altri loro colleghi pronti invece a impegnarsi nelle assise, intendano guardare più alla propria personale ricollocazione che non al sopravvivere di un partito senza seguito.
E in questo possibile pantano politico c’è il ruolo e la funzione della ministra Stefania Giannini che si trova al dicastero dell’Istruzione grazie ai voti riportati al tempo della meteora Monti: e ora che il partito di Sc è al lumicino conviene ancora a Renzi tenerla in un ruolo chiave nel proprio esecutivo? Vedremo