I pericoli per i giovani non arrivano più solo dal territorio, dalle amicizie sbagliate e dagli eventi funesti. A mettere a rischio la loro incolumità, ad iniziare da quella mentale, oggi c’è anche Internet.
È stato questo uno dei temi prevalenti affrontati il 5 febbraio, in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza on line, il “Safer Internet Day (#SID2019)”, voluta dalla Commissione Europea e giunta alla 16ma edizione, celebrata in contemporanea in 100 Paesi.
Dibattiti, eventi e gare di idee si sono susseguiti per educare i ragazzi ad un corretto uso della Rete e dire ‘no’ al bullismo e al cyberbullismo.
In Italia l’evento principale si è tenuto a Milano, al Mico, a FieraMilanocity, con un dibattito incentrato sul tema “Contro il cyberbullismo una nuova alleanza tra scuola e famiglia”, alla presenza di circa 500 studenti.
Hanno partecipato all’iniziativa alla presenza del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, della Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, del direttore del servizio di Polizia Postale e delle comunicazioni, Nunzia Ciardi.
Ad inizio evento, è stata ricordata Carolina Picchio, la studentessa di Novara che si è tolta la vita a quattordici anni per non avere retto alle offese circolate sul web nei suoi confronti: una storia tristissima che evidenzia bene che rischi siano insiti nel cyberbullismo.
“Il rispetto per gli altri e per sé stessi deve collegare tutti gli ambiti della nostra società – ha esortato Bussetti – ecco perché educare alla tecnologia è fondamentale per la sicurezza sul web ma siamo già a buon punto, anche essere qui è importante”.
“È chiaro che il mercato e la tecnologia – ha continuato – corrono a una velocità incredibile: vogliamo formare i nostri studenti e le nostre studentesse ai pericoli della rete ma soprattutto anche alle opportunità che il web può rappresentare per la loro vita futura”.
Secondo il ministro, il ruolo della scuola “è fondamentale: in accordo con la famiglia ma non dobbiamo dimenticare che al centro ci sono i ragazzi, le scelte educative vanno condivise”.
“Credo sia il caso di suggerire ai genitori, magari, quando tornano a casa alla sera, di non chiedere ai figli solo come è andata a scuola, ma anche su Internet”, ha detto ancora Bussetti, per sottolineare come il web sia ormai entrato nella quotidianità delle nuove generazioni.
“E, mi raccomando – ha aggiunto per ricordare come l’autostima e la fiducia nei genitori sia fondamentale – quando si prende un voto, quello è il voto dell’interrogazione, non alla persona. Voi siete sempre tutti meravigliosi per i vostri genitori, siete sempre da 10”.
Il titolare del Miur ha incontrato anche gli ‘influencer’ più noti tra gli studenti: Bussetti ha posato per una foto con Klaus, Surry, Jack Nobile, Giulia Penna, Vegas, St3pNy, Anima, La Sabri e Favij in collaborazione con la creator media company Web Stars Channel e You Events, coinvolti per sensibilizzare i follower su un uso consapevole della Rete.
Come già riportato, secondo una ricerca condotta su quasi 6.000 adolescenti dal consorzio Miur Generazioni connesse, dall’Università degli Studi di Firenze, dalla ‘Sapienza’ di Roma e dal portale Skuola.net, 7 adolescenti su 10 sono iscritti ad un social network già prima dei 14 anni. Un solo ragazzo su 16 risulta non essere connesso con nessun social.
Il 38,5% dei ragazzi ammette di non conoscere personalmente almeno la metà degli amici o dei follower, e il 68% almeno una volta si è imbattuto in un profilo falso. Al tempo stesso la tecnologia comincia anche a essere un po’ ingombrante: il 50,4% infatti lascia a casa lo smartphone quando è insieme ai genitori.
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