Ci scrive un lettore: “Nel nostro istituto comprensivo usiamo da diversi anni il registro elettronico senza troppe difficoltà anche se per la verità finora noi docenti della primaria lo abbiamo utilizzato soprattutto per gli scrutini intermedi e finali e per registrare le assenze degli alunni. Il nuovo dirigente però ritiene che anche noi dobbiamo usare il registro per riportare i voti delle prove e delle interrogazioni. Solo in questo modo – sostiene il dirigente – possiamo dimostrare ai genitori che il voto di fine quadrimestre o di fine anno si effettivamente congruente con la valutazione in itinere. E’ davvero così? A noi della primaria sembra davvero eccessivo usare il registro in questo modo. Come stanno le cose? “
Senza entrare più di tanto nel merito di una vicenda che non conosciamo direttamente e senza voler stabilire chi ha torto e chi ha ragione ci sembra però utile fornire qualche elemento di riflessione.
Intanto va fatta una premessa: valutazione in itinere e valutazione di fine anno sono del tutto diverse fra di loro e svolgono funzioni non comparabili; la prima ha un carattere formativo, serve cioè ad aiutare l’alunno a superare le difficoltà e serve al docente ad “aggiustare il tiro” (se in occasione di una verifica mensile ci si accorge che la maggioranza degli alunni ha una difficoltà su un argomento o su un concetto è probabile che sia necessario approfondire o dare più tempo agli alunni); la valutazione finale, invece, ha funzione sommativa, serve cioè a “tirare le somme” e a mettere “nero su bianco” un voto, corredato da un giudizio, che rappresenta in qualche modo il livello di apprendimento raggiunto dall’alunno. Quindi, come ogni insegnante sa bene, il voto finale non può mai essere la semplice media aritmetica dei voti assegnati nel corso dell’anno.
Va poi anche detto che i criteri di valutazione non possono essere stabiliti dal dirigente scolastico, ma vengono decisi in piena autonomia dal collegio dei docenti e devono essere esplicitati nel POF, come peraltro stabilito anche dalle norme in vigore.
Infine c’è la questione della valutazione delle prove in itinere che non può che essere affidata alla libertà di ciascun docente o meglio di ciascun team, con la considerazione che le modalità valutative non possono essere le stesse in una classe prima di primaria e in una quinta liceo.
E, come ogni insegnante di scuola primaria sa bene, non è davvero detto che il voto numerico sia l’unico strumento da usare per valutare un dettato o l’esecuzioni di operazioni aritmetiche o la produzione di un testo scritto.
Quello che è certo è che il problema posto dal lettore non può essere affrontato e risolto richiamando questa o quella legge o circolare.
Si tratta di un problema, peraltro di vecchia data, al quale la risposta non può che arrivare dalla ricerca didattica e dal confronto culturale all’interno del collegio dei docenti.
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