Il Ddl è inemendabile e pertanto va ritirato

Siamo un folto collettivo di docenti calabresi e non, impegnati a difendere la Scuola Statale Pubblica nei territori di appartenenza. Siamo presenti anche sui social e sulla rete.

Abbiamo costituito un gruppo di lavoro e studio da quando è uscito il Ddl Renzi sulla Riforma della Scuola, assegnato alla camera il 20 marzo 2015.

Abbiamo prodotto un comunicato stampa che sarà mandato anche ai parlamentari e a Matteo Renzi.

COMUNICATO STAMPA

I “Docenti per la Scuola Statale Pubblica”, gli “Insegnanti calabresi” e le sigle aderenti, alla luce del nuovo Ddl Scuola del Governo Renzi, assegnato alla Camera il 20 Marzo, dichiarano che questo Ddl è inemendabile e pertanto va ritirato.

Questo Ddl non lascia quasi nulla al caso, mentre lascia tutto al caos. Si occupa di ogni aspetto della vita scolastica per smontarlo e lo sostituisce con norme arbitrarie:

I trasferimenti del personale docente di ruolo non possono essere decisi da un Preside, ma devono avvenire attraverso il contratto. Nel primo caso salterebbe interamente la legge sulla mobilità.

Gli incarichi discrezionali dei Presidi ai docenti di ruolo non possono essere triennali e soggetti ad arbitraria conferma del Ds. La chiamata diretta del Preside con superpoteri, anche se trattasi di personale già assunto, rischia ugualmente di innescare rapporti clientelari e legalizzare l’abuso d’ufficio

Un docente di ruolo non può insegnare una materia diversa dalla propria. Non si può diventare tuttologi.

Gli organi collegiali non possono essere cancellati.

La Costituzione afferma che le scuole paritarie si possono costituire senza oneri per lo Stato; la Legge Berlinguer ha solo parificato le scuole private, non ha stabilito l’erogazione di fondi pubblici.

Il Piano dell’offerta formativa e la quantificazione dei docenti di ruolo da assegnare alle classi non possono essere vincolati alle disponibilità economico-finanziarie della Regione (Governance). E se le risorse stanno a zero?

Il ruolo del Docente specializzato sul sostegno non può essere ridefinito per demansionarlo e toglierlo agli studenti con disabilità.

Il Preside non può stabilire un Pof sulla base delle offerte imprenditoriali della zona (attori economici), soprattutto in territori ad alta densità mafiosa. I privati non possono sponsorizzare la didattica perché la condizionerebbero col rischio di inficiarne i risultati e l’apprendimento.

Gli studenti di un Liceo non possono lavorare gratis (contratti di apprendistato) “nei periodi di sospensione didattica” per l’impresa della zona che sponsorizza.

I presidi non possono creare liste di proscrizione (i famosi albi) dei docenti da cui nessun DS attinge.

Nel disegno di legge delega è prevista la cancellazione del parere obbligatorio del Consiglio superiore della pubblica istruzione. Quindi si prescinderà dal parere del Cnpi. Poiché l’ex Profumo lo ha sciolto e, nonostante una sentenza del Tar (ottobre 2012) che obbligava a ricostituirlo in tre mesi, non si è ancora proceduto a riconvocarlo, si farà come se non fosse necessario. La democrazia, si sa, fa perdere un sacco di tempo.

Per quanto riguarda i docenti precari: Le Gae non possono essere soppresse. Le assunzioni in ruolo si devono fare con un decreto legge d’urgenza, scorporandole da questo Ddl.

La scuola non ha bisogno di una riforma incostituzionale, a rischio deriva autoritaria, e dagli effetti caotici. Ha bisogno invece della restituzione delle risorse tagliate da Gelmini e poi di altre risorse fino al 6,0% del Pil nazionale per raggiungere almeno la media dei Paesi Ue.
Qualsiasi intervento che abbia come effetto la modifica della posizione economica del personale della scuola, scatti, incentivi, bonus e quant’altro deve essere deciso e concordato tramite contrattazione tra le parti deputate a farlo, come da Ccnl, cioè a livello centrale tra rappresentanti del governo e rappresentanze sindacali e a livello periferico tra dirigenti scolastici e Rsu e deve diventare parte integrante del Ccnl della categoria

Noi abbiamo una proposta alternativa. Trattasi di un Ddl ridepositato in Parlamento nell’agosto 2014, la Legge d’iniziativa popolare LIP per una Scuola della Repubblica, controfirmata da 100 mila persone a favore di una Scuola della Costituzione, ma le forze di Governo continuano ad ignorarla. La LIP è stata costruita dai docenti, genitori e alunni ed è importante perché investe in Istruzione realmente.

I Docenti per la Scuola Statale Pubblica appoggiano tutte le iniziative di lotta e di protesta contro il Ddl governativo da parte di quelle forze che hanno sempre tenuto una coerenza d’azione e di difesa della scuola pubblica statale nell’ottica della laicità e dell’antifascismo.

 

Sigle aderenti:

1. “Docenti per la Scuola Statale Pubblica”

2. “Scuola tutti uniti per resistere”

3. “Insegnanti calabresi”

4. “Precari uniti contro i tagli”

5. “Insegnanti di sostegno”

6. “Iuas Insieme un’altra Scuola”

7. “36 ore? No grazie”

 

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