Il seminario è stato moderato dalla giornalista della “Gazzetta del Sud” Maria Scaramuzzino e introdotto dal presidente dell’Associazione Nazionale “Per la Scuola della Repubblica”, prof. Cosimo Forleo.
La professoressa Enza Sirianni, ha illustrato con le slide tutte le azioni autonome di mobilitazione, operate dal gruppo spontaneo di “Insegnanti calabresi”, di contrasto ad un DdL che, prima con l’Aprea, poi con la Giannini, ripropone sempre le medesime cose: l’aziendalizzazione della scuola, legata culturalmente ed economicamente al territorio locale, e la chiamata diretta dei DS.
Il DsL è stato esaminato e illustrato nel primo intervento del relatore avv. Salvatore Gullì che, alla luce degli articoli contenuti nel disegno di legge, dopo aver citato Calamandrei, Dewey e Haberl, ha espresso le sue riserve oggettive su questo disegno di legge di riforma della Scuola perchè “lede l’ispirazione profondamente valoriale ed il fondamento costituzionale dell’idea di Scuola – luogo come è noto deputato a formare coscienze libere -. Le norme della riforma sono state oltretutto concepite senza tenere conto del nesso imprescindibile tra democrazia e Scuola e senza considerare che è appunto nella Scuola che dovrebbe acquisirsi consapevolezza circa la necessità di attuare i valori della Costituzione. La Scuola è ancora il luogo – continua l’avv. Gullì – in cui dovrebbe esercitarsi un’azione di vera e propria trasformazione sociale. I poteri di scelta del personale docente in capo al Dirigente di Istituto violano la libertà di insegnamento costituzionalmente sancita.La preminenza di obiettivi finanziari ed aziendalistici sta peraltro pericolosamente svuotando di significato un’istituzione vitale per il Paese”
Dopo un’attenta ed efficace disamina del DDL, bene illustrata dalla prof.ssa Antonella Cerra (Rsu Anief), gli insegnanti presenti, attenti e convinti, hanno bocciato senza appello la Riforma della Scuola del Governo Renzi e pertanto ne chiedono il ritiro.
La docente, infatti ha esposto il rischio che corrono i docenti nuovi assunti e i docenti di ruolo, anche i più anziani. A regime, anche loro potranno essere trattenuti in cattedra o destinati – dal Ds capriccioso-creativo-autoritario, così come voluto dalla “Buona Scuola” di Renzi – ad una delle 13 mansioni dell’organico dell’autonomia. Anche loro nel frullatore dell’albo territoriale, se perderanno posto o chiederanno trasferimento. Non esisterà più stabilità di sede. I docenti italiani saranno gli unici – tra lavoratori pubblici e privati – a non avere più la titolarità del posto di lavoro.
E’ intervenuto poi il prof. Domenico Fragiacomo, del Coordinamento Usb Scuola Calabria che, alla domanda della moderatrice Scaramuzzino sulle iniziative volte a fermare il DdL, delinea le conseguenze di questa riforma, che il realtà parte dal lontano. Il rappresentante Usb ricorda ai presenti come già dal 2009 sia in atto il blocco dei contratti del personale della scuola, il taglio lineare dei finanziamenti alla didattica e all’edilizia scolastica, avviato con il duo Tremonti-Gelmini e proseguito con tutti i governi successivi, il blocco del turn-over del personale docente ed Ata a causa della riforma Fornero, lo smantellamento delle attività di sostegno individuale agli studenti più bisognosi di assistenza ecc. Il DdL della Buona Scuola dunque non è altro che il coronamento di un disegno avviato negli anni ’90 che punta a regionalizzare e privatizzare la scuola pubblica italiana. L’intervento si è concluso quindi con l’appello a lottare uniti per contrastare una simile trasformazione genetica della scuola pubblica, che impedirebbe a molti figli di lavoratori di continuare a godere di un diritto costituzionale, e con l’invito a partecipare allo sciopero unitario della scuola indetto per il 24 aprile indetta da ben 8 sigle sindacali di base per chiedere il ritiro del DdL e un decreto legge a parte per le assunzioni in ruolo, diffidando ed opponendosi ai ricatti di chi, come i sindacati concertativi, opera in complicità con il Governo Renzi. Fragiacomo ha concluso dicendo “Il 24 aprile sarà solo l’inizio di una dura e lunga lotta di liberazione della scuola pubblica italiana”.
Infine, il prof. Cosimo Forleo ha dichiarato che esiste da ben 10 anni un DdL alternativo approvato da ben 100 mila firme certificate che si chiama LIP, depositato in Parlamento, per la seconda volta nell’agosto 2014, che investe realmente in Istruzione, si richiama ai valori della Costituzione e aspetta solo di essere approvato per avere davvero una Scuola di qualità .
È seguito un partecipato dibattito con molti interventi fra i presenti, rivolti tutti a difendere un bene assoluto espressione della nostra democrazia, ossia l’istruzione e la libertà di insegnamento.
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