Tempi duri per l’Istituto De Felice Giuffrida – Olivetti di Catania, nel quale tutto ciò che si è detto relativamente all’azzeramento delle classi pollaio, soprattutto dopo le efferatezze del Covid19, appaiono i soliti proclami per rabbonire l’opinione pubblica e consentire a qualche politico di mettersi in mostra.
Ma non solo, i famosi spazi di sicurezza per mantenere le distanze personali fra alunni e docenti, sono una sorta di procellosa nequizia scagliata sempre per fare polvere, appannando una relata che è ben diversa.
La dirigente De Francesco
E infatti, ci fa sapere la preside, la prof Anna De Francesco, che la situazione in questa scuola, con 600 alunni, è praticamente immutata, pandemia o non pandemia, dal punto di vista degli spazi e della fruibilità delle aule, per cui garantire la sicurezza sanitaria al rientro sarà un vero e gravoso problema di cui però qualcuno dovrà assumersi le responsabilità.
E come se non bastasse, negli edifici, oltre a mancare i sistemi di sicurezza antincendio e il rispetto dei limiti normativi dell’area minima per alunno, pari a 1,94 mq per attività didattiche normali, le aree assegnate ai laboratori hanno carenze ancora maggiori.
Dal punto di vista strutturale quindi un mezzo disastro, a cui si aggiungono i tagli dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Catania che intende tagliare, assegnando una sola classe Prima del Biennio Comune del Tecnico Economico, a fronte di 31 alunni e dunque costringendo ad ammassarli tutti in un unico locale; solo una classe Prima del Professionale Operatore Benessere nonostante, anche qui, ci siano ben 31 alunni di cui 6 diversamente abili con uno grave.
Ma la preside De Francesco non ferma qui il suo profondo disappunto.
Fa, con una certa dose di rabbia, notare che “la prima classe Operatore Benessere ha un numero di iscritti pari a 31 e non 22 come riportato al SIDI dall’UST di Catania; e ancora, solo una classe Seconda del Professionale Operatore Benessere nonostante i 29 alunni di cui 6 diversamente abili di cui due gravi; solo una classe Terza del Professionale Operatore Benessere nonostante i 30 alunni di cui 4 diversamente abili”.
Dunque, invece di diminuire il numero dei ragazzi, per l’elevato numero di diversamente abili nel rispetto della normativa, sembra invece si vogliano applicare norme opposte e soprattutto, afferma la preside, non si vuole tenere conto che “le aule dell’Istituto De Felice Giuffrida – Olivetti di Catania, non hanno capienza tale da consentire questi numeri ”.
Riepilogando sembra che non si voglia capire che “L’eccessivo numero di alunni per classe, anche non diversamente abili, oltre a non garantire la qualità della didattica, viola la normativa sulla sicurezza e prevenzione antincendio e aggrava i rischi per l’incolumità pubblica, cos’ come ha sentenziato il Tar della Sicilia con l’ordinanza n. 252/2019”.
E infine De Francesco chiosa: “Si ricorda che il diritto allo studio è sancito dalla nostra Costituzione (art. 30 – 33 – 34) ed esiste la libertà di scelta delle famiglie nell’educazione della prole. In particolare in questo periodo di chiusura delle funzioni produttive del Paese a causa della situazione pandemica per la presenza del COVID-19 per cui sono state chiuse immediatamente e per prime anche le attività didattiche, successivamente trasformate le modalità degli Esami di Stato, inserimento del lavoro agile, ecc., richiedono una particolare attenzione al divieto di assembramento”.
Se una considerazione è possibile, in questa ulteriore, brutta faccenda che riguarda una delle più antiche e prestigiose scuole di Catania, ricordiamo che la Flc-Cgil della Sicilia ha denunciato, nonostante le promesse fatte di incrementare l’organico e di avviare i concorsi per stabilizzare i precari, che nella Regione, dei 426 posti per docenti in organico di diritto liberatisi lo scorso anno, il governo ha deciso di destinarne alle assunzioni solo 387, con una differenza di 39 unità, mentre di questi sopravvissuti 387 posti solo 15 sono destinati al sostegno.
Quale politica per l’istruzione intenda fare il Governo in Sicilia è difficile capire, mentre è dato universale che la percentuale più alta di dispersioni e abbandoni riguarda proprio quest’Isola.
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