“I Prof. ammettono: siamo impreparati a certificare le competenze” , ha scritto ItaliaOggi in data 12/12/17.
Un’ammissione dirompente: lo sviluppo delle competenze è la finalità della scuola.
Un’ammissione equivalente a una dichiarazione di scarsa professionalità: l’incapacità di certificare deriva dalla nebulosità che avvolge lo sviluppo delle competenze.
Un’ammissione originata dalla confusione terminologica imperante, intensificata dal comma 7 della legge 107/2015 e amplificata dalla fondazione Giovanni Agnelli che, nel mese di marzo, ha presentato, tra gli applausi del Miur, “Le competenze. Una mappa per orientarsi”. Il relativo sviluppo è viziato dalla scelta di un errato punto d’osservazione.
In ambito educativo le competenze non possono essere intese come entità primitive.
Il punto di vista di chi acquista una torta è differente da quello assunto dal pasticcere. Per il primo il prodotto è un’entità elementare mentre, per il secondo è un’entità composta: dall’identificazione, dalla scelta, dal dosaggio delle componenti dipende la qualità del prodotto.
Tutto è passato sotto silenzio. L’ordinaria attenzione che i mezzi di comunicazione riservano alla scuola non ha mai colto il cuore del problema.
In quale direzione muoversi?
Premesso che la scuola è un sistema, che interdipendenza e sinergia sono i suoi caratteri essenziali, che il singolo elemento non ha significato autonomo, si propongono – sotto forma di decalogo – principi e regole che, se rispettate, possono restituire alla scuola il necessario prestigio.
DECALOGO
Deve esistere una struttura decisionale: primario strumento per perseguire l’efficacia del sistema [Tutti gli organigrammi elaborati dalle scuole, messi in rete, sono sbagliati. In rete: “Quale formazione per il dirigente scolastico?”].
I livelli decisionali devono essere tre: strategico, tattico, operativo. [Livelli riconosciuti e resi operativi dai Decreti Delegati del 74. Il loro fallimento deriva dalle sistematiche elusioni e omissioni compiute nella stesura delle convocazioni degli organismi collegiali]
Si deve avere una visione sistemica, per superare la tradizionale parcellizzazione degli insegnamenti. [Fondamento dei Decreti Delegati del 74].
Le finalità devono essere elaborate dagli organismi strategici con la specificazione dei corrispondenti obiettivi.
Gli obiettivi attesi devono essere puntualmente elencati [La legge delega 53/2003 orienta il sistema educativo allo sviluppo di competenze generali, di competenze specifiche e di capacità].
Deve essere previsto il feed-back per consentire la correzione di eventuali anomalie progettuali [La relativa disposizione, impartita alla lettera c) dell’art.4 del decreto del 74, non ha trovato applicazione].
Gli organismi tattici devono riformulare gli obiettivi di sistema per adattarli alla tipicità delle singole classi.
Devono essere predisposte “Occasioni d’apprendimento” finalizzate sia agli obiettivi collegialmente identificati, sia a quelli delle singole discipline: devono essere progettate dagli organismi operativi. [“La pratica dei metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari” è il suggerimento dei Regolamenti di riordino del 2010. CFR in rete “Percorso didattico sui numeri naturali e sistemi di numerazione”; “Laboratorio di matematica: Archimede”; “Laboratorio di matematica: Pitagora”].
La valutazione deve essere longitudinale: giudica la crescita delle potenzialità dell’alunno.
La scuola deve saper interagire con l’ambiente esterno per acquisire stimoli e per ottenere opportune valutazioni del proprio operato. [L’attuale gestione del rapporto scuola-mondo del lavoro vede il predominio delle aziende rispetto all’attività dell’istituzione scolastica].