Dopo tanto penare, per i docenti di geografia alle superiori arriva una buona notizia: attraverso il decreto sulla scuola, approvato il 9 settembre dal CdM, è stato deciso che dal prossimo anno scolastico verrà adottata un’ora di insegnamento della geografia generale ed economica (classe di concorso A039) in tutti i bienni iniziali degli istituti tecnici e professionali. Per molti docenti, finiti in soprannumero a seguito della riduzione oraria conseguente alla riforma Gelmini, questo incremento potrebbe significare ritrovare la titolarità. Per tanti precari, invece, la possibilità di tornare a sperare nelle supplenze.
“E’ significativo constatare che il Consiglio dei Ministri di ieri ha in parte recepito le istanze contenute nella recente “dichiarazione di Roma sull’Educazione geografica in Europa”, ha fatto sapere il professor Gino De Vecchis, presidente nazionale dell’Associazione Italiani Insegnanti di Geografia. Che ora “resta a disposizione del Ministero per collaborare in tutte le azioni che si renderanno necessarie per la formazione dei docenti e chiede di affidare l’insegnamento della disciplina a figure specializzate”. Il rifermento è alla possibilità, fornita dal Miur in attesa della riforma delle classi di concorso, di far accedere all’insegnamento della geografia (utilizzando le tabelle di “confluenza”) anche docenti non laureati nella disciplina.
A nome dell’Aiig, De Vecchis ringrazia “il ministro Carrozza e il Governo per la considerazione verso il ruolo formativo dell’educazione geografica, finora fortemente penalizzato”. Nella “dichiarazione di Roma”, approvata a conclusione del IV Congresso EUGEO 2013, che dal 5 al 7 settembre ha riunito all’università Sapienza di Roma più di 600 ricercatori, studiosi e docenti di diversi paesi, si era affermato, tra l’altro, che “l’educazione geografica fornisce agli studenti elementi chiave essenziali, necessari per conoscere e comprendere il mondo”. Ma anche che “l’uso dell’informazione geografica è strategico per il futuro dell’Europa”, tramite “un appropriato uso dei dati geospaziali”, per aiutare la società ad affrontare i molteplici aspetti sociali, economici, culturali, geopolitici, ambientali, climatici e tecnologici del cambiamento.
I sottoscrittori si erano rivolti in particolare ai politici, chiedendo di “riconoscere il valore educativo delle conoscenze e delle competenze geografiche” e di “considerare il ruolo strategico della geografia per conseguire le competenze concernenti la cittadinanza”. Sempre in quell’occasione erano stare richieste più ore per l’insegnamento, programmi aggiornati e formazione adeguata per i docenti di geografia. Sul primo punto sono stati subito accontentati.