Il ministero dell'Istruzione, in Viale Trastevere a Roma
Al netto delle polemiche che ha scatenato e che continua a suscitare, il “Decreto dignità” sta conquistando un primo primato: approvato il 2 luglio dal Governo ed entrato in vigore il 14 luglio scorso, è stato convertito in legge in tempi record, senza neppure passare sotto le forche caudine del voto di fiducia.
E nella Gazzetta Ufficiale dell’11 agosto è stato pubblicato il testo della legge di conversione, la n. 96 che entra in vigore nella giornata del 12 agosto: in pratica meno di un mese e mezzo per passare dal Consiglio dei Ministri alla raccolta ufficiale delle leggi dello Stato.
Forse non è un record assoluto ma certamente è un risultato significativo almeno in termini di velocità anche se le opposizioni (PD, Forza Italia, Fratelli d’Italia e LeU) parlano di un provvedimento del tutto inadeguato.
Molti, dentro il PD, lo hanno addirittura ribattezzato “decreto disoccupazione”, ma vedremo nei prossimi mesi quali saranno le conseguenze pratiche delle diverse misure contenute nel provvedimento.
Per quanto riguarda la scuola, come è noto, la legge prevede un intervento specifico per i cosiddetti diplomati magistrale ai quali, a partire da settembre, verrà conferita una supplenza annuale fino al 30 giugno.
Per loro e per i laureati in scienze della formazione primaria che negli ultimi 8 anni ne abbiano svolti almeno due di servizio è previsto un concorso per 12mila posti che dovrebbe consentire altrettante assunzioni in ruolo a partire dal settembre 2019 (Ministero dell’Economia permettendo, perchè per il bando ci vorrà comunque il visto della Ragioneria Generale dello Stato).
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