Categorie: Politica scolastica

Il decreto Madia fa ammutolire i sindacati?

Sulla pubblicazione del decreto Madia con il quale viene modificato il testo unico del pubblico impiego sta curiosamente scendendo un silenzio tombale.

Fino a tre settimane fa, e cioè prima che il decreto venisse approvato dal Consiglio dei Ministri, non passava giorno senza che questo o quel sindacato intervenisse con un comunicato o con una presa di posizione. Il decreto venne approvato il 19 maggio e solo il giorno prima i sindacati confederali avevano manifestato davanti alla sede del Ministero della Funzione Pubblica per rivendicare l’inserimento di norme tese ad ampliare gli spazi contrattuali e le prerogative sindacali.

Per la verità all’indomani della approvazione i commenti dei sindacati sembravano improntati ad ottimismo e soddisfazione. Poi è iniziato il silenzio che pensavamo si sarebbe interrotto con la pubblicazione del provvedimento. Ci siamo sbagliati, il silenzio continua nonostante siano trascorsi già 3 giorni dalla pubblicazione del decreto 75. Silenzio tanto più strano se si pensa che – contestualmente – è già iniziata a circolare una prima bozza dell’atto di indirizzo per dare avvio alle trattive per i contratti pubblici, che dovranno appunto essere sottoscritti secondo le nuove regole del decreto Madia.

La sensazione (ma è bene aspettare qualche giorno per averne conferma) è che il decreto non risponda affatto alle aspettative dei sindacati che speravano che non solo venisse cancellata del tutto la riforma Brunetta ma anche che si ampliassero ulteriormente gli spazi della contrattazione.

Ad una prima lettura, però, non sembra davvero che il decreto sancisca il primato completo del contratto rispetto alla legge come invece desideravano e speravano i sindacati. E’ molto dubbio, per esempio, che nel prossimo contratto del comparto scuola si possano introdurre norme in deroga alla legge 107 e in particolare alle disposizioni sul bonus premiale e sulla chiamata diretta. Ma può anche darsi che il silenzio di queste ore significhi semplicemente che i sindacati stanno lavorando per preparare una risposta unitaria al Governo. Lo sapremo nei prossimi giorni.

Reginaldo Palermo

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