Alla Camera, il Decreto Legge sulla Scuola ha rischiato seriamente di non essere approvato: gli spazi di vuoto tra i banchi della maggioranza hanno prodotto 245 voti favorevoli. In tutto, al momento del voto c’erano appena 367 onorevoli su 630: praticamente, la metà. Se i deputati dei partiti d’opposizione fossero stati tutti presenti, la maggioranza sarebbe andata sotto e il D.L. clamorosamente saltato.
Evidentemente, tra le fila della Lega, di Fratelli d’Italia e Forza Italia, non c’era la consapevolezza di questo: tanto è vero che solo in 122 si sono ritrovati presenti in Aula al momento del voto, esprimendo il loro ‘no’ al provvedimento ora diventato legge dello Stato italiano.
A Montecitorio, si contano infatti 125 deputati della Lega, 95 di Forza Italia e 35 di Fratelli d’Italia: solo loro avrebbero prodotto 255 voti, quindi più dei deputati di maggioranza che hanno votato ‘si’ al decreto. Se poi, si fossero uniti al dissenso anche i 41 onorevoli del Gruppo Misto (diversi dei quali ex ‘grillini’, come Lorenzo Fioramonti, in rotta di collisione con il M5S), allora si sarebbero sfiorati i 300 dinieghi.
Per capire quanto ha rischiato la maggioranza di andare sotto, basta ricordare che solo quarantott’ore prima la fiducia al Governo sullo stesso decreto era stata votata favorevolmente da 305 deputati. Ma anche i dissensi erano molti di più: 221 e 2 gli astenuti.
Che fine hanno fatto 60 parlamentari del M5S, del Pd e di Leu? E i cento deputati dell’opposizione?
Evidentemente, alla Camera tutti davano per scontato che il decreto passasse. E siccome entrambi gli schieramenti hanno pensato la stessa cosa, alla fine non è accaduto nulla.
Le agenzie di stampa spiegano che nel riepilogo dei presenti e votanti al decreto scuola tra le fila del M5S sono risultati 31 assenti non in missione, tra quelle del Pd i non partecipanti al voto e non in missione sono stati 19.
Nove gli assenti tra le file di Iv e uno nel gruppo Leu.
Trentasei, invece, gli assenti registrati nel Misto: praticamente quasi tutti, visto che in totale sono 45.
Diversi gli assenti non in missione anche nelle opposizioni: la Lega ne ha contati 35, Forza Italia 70, Fdi 21.
Nel Pd, la circostanza delle assenze ingiustificate ha creato qualche “mal di pancia”. A finire sotto accusa, pare anche nella chat interna al gruppo dei dem, sono state le troppe assenze, fatte registrare anche del resto della maggioranza, quindi tra Italia viva, Liberi e Uguali e M5S.
“Hanno fatto – scrive l’Ansa – due giorni di ostruzionismo, si sono iscritti in oltre 170 a parlare e poi al momento del voto vanno via, ha osservato più di qualcuno nella maggioranza”, guardando così al risultato raggiunto piuttosto che al mezzo rompete le righe in “casa propria”.
Una circostanza, l’assenza cospicua e generalizzata al momento del voto del D.L., su cui con ogni probabilità ha influito la votazione slittata nella tarda mattinata del primo sabato di giugno.
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