Tra i “visto” e i “preso atto”, i “ritenuto” e i “valutato”, le premesse per le disposizioni concernenti le procedure di specializzazione al sostegno, come da DM n. 249/2010 e successive modificazioni, l’uscente decreto penalizza fortemente i laureati in Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento, senza vedere, prendere atto, ritenere e valutare un percorso accademico di 5 anni, selettivo in ingresso, programmato sul fabbisogno nazionale e con circa 40 CFU in tema di didattica speciale.
Neanche un punteggio extra nella prova preselettiva? I colleghi del vecchio ordinamento hanno sostenuto meno esami e hanno avuto accesso diretto al corso di sostegno con un solo semestre aggiuntivo. Si sa, cambiano i tempi e le leggi, ma sempre a scapito di chi ha studiato di più per avere di meno e che si ritroverà di fronte all’ennesima selezione con una tabella titoli centellinata.
Sono i laureati del nuovo ordinamento che devono ancora essere selezionati? Eppure, vengono trattati alla stregua di chi non ha mai sentito parlare di H, BES, DSA, DSL, di chi, in sostanza, si avvicina per la prima volta al faticoso e importantissimo ruolo dell’insegnante di sostegno. Gli esami universitari sostenuti, i laboratori didattici, l’esperienza sul campo non saranno traducibili in anni di studio, competenza, conoscenza e preparazione.
Il piano didattico del corso in Scienze della Formazione Primaria a Ciclo Unico prevede, come già evidenziato, circa 40 CFU di psicologia, psicopatologia e pedagogia dell’inclusione, integrazione, disabilità, bisogni educative speciali e disturbi dell’apprendimento.
Inoltre, il tirocinio del IV anno è volto all’osservazione sistematica e alla messa in atto di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni “emergenti”, per un totale di 175 ore a scuola, soggette a ulteriore valutazione.
I posti messi a bando saranno, come sempre, pochi, ma in crescita sono le problematiche in ambito didattico- educativo. Cosa fare? Affidare i bambini e i ragazzi con bisogni educativi speciali alla competenza o scorrere la graduatoria e affidare un compito così delicato al non specializzato di turno?
Per inciso, ai docenti della scuola secondaria di I e II grado, non abilitati, basteranno 24 CFU per partecipare alla preselezione, mentre ai docenti laureati e abilitati alle scuole dell’infanzia e primaria 40 CFU sono carta straccia, non contano, non esistono. Fa ancora più riflettere, ad esempio, che questi 24 CFU siano contemplati solo per i laureati, ma non previsti per i diplomati ITP.
Possedere lo stesso titolo di accesso non va confuso con un’equivalenza di titolo culturale!
Questo Paese, in continua propaganda elettorale, dichiara “largo ai giovani”, ma, in realtà, mette i giovani in berlina, li vuole alla larga: dal mondo del lavoro, dalla possibilità di dimostrare professionalità e capacità, da prospettive di crescita; alla larga dal miglioramento, dalla ricchezza di capitale sociale e culturale. Li costringe a una corsa continua a ostacoli, una corsa forsennata per pagare una colpa di natura anagrafica: essere nati dopo.
Il Coordinamento Nazionale di Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento crede sia necessario valorizzare il titolo culturale, nonché attribuire un punteggio aggiuntivo nella prova preselettiva al corso di specializzazione sostegno. Non si può parlare di futuro, facendo scelte anacronistiche, che penalizzano lo studio e, soprattutto, i discenti.
Coordinamento Nazionale SFP Nuovo Ordinamento
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