La “Rete dei 65 movimenti” (ora 77 movimenti), in occasione dell’imminente manifestazione che ha organizzato per il 23 febbraio a Montecitorio per il ritiro di tutte le deleghe della “Buona Scuola”, ci tiene a comunicare che questa mobilitazione e questa protesta, in cui convergono associazioni per la disabilità, famiglie, comitati genitori, associazioni e comitati per la Scuola Pubblica, nonché anche altre diverse realtà professionali, non possono che essere distinte dalla posizione della FISH e della FAND, almeno fino a quando il cammino non sarà condiviso.
La FISH, infatti, ha pubblicato ieri un comunicato in cui ha annunciato la riapertura del confronto con il Governo, dopo le audizioni. Pare che la Ministra Valeria Fedeli, assieme al sottosegretario Vito De Filippo, abbia raccolto le osservazioni critiche sui decreti attuativi, profilando possibili interventi correttivi. FISH e FAND sostengono l’esigenza di emendare i decreti sottoposti all’esame parlamentare.
Al contrario, la “Rete” chiede il ritiro di tutti i decreti attuativi, che ritiene tutti dannosi per la reale qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e degli alunni normodotati.
Il disegno delle “leggi delega” è infatti, a nostro parere, un testo non emendabile, perché contiene un’unica reale filosofia di fondo che non possiamo accettare, ossia quella del risparmio di risorse a danno degli alunni con disabilità e delle loro famiglie.
Da questo punto di vista, avendo raccolto le osservazioni unanimi di rigetto delle delege, in primo luogo per tutelare e dare voce alle famiglie, dunque alle associazioni, ai professionisti e, in generale, agli operatori coinvolti, la “Rete dei 65 movimenti” non può che evidenziare una differenza di vedute nei confronti di chi pare non accorgersi di quali siano le logiche che stanno alla base del reale obiettivo perseguito, la riduzione dei costi a scapito di diritti inalienabili. Tutto questo non può essere oggetto di negoziazione.
Il testo è in molte parti incostituzionale perché si pone in netto contrasto con la giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale (vedi sentenze n. 80 del 2010 e da ultimo la n. 275 del 2016) e perché annienta, in un solo colpo, conquiste e affermazioni di diritti fondamentali contenuti nella legge 104 del 1992, che giammai possono essere oggetto di mercanteggiamento o di deprecabili mediazioni, ma al contrario devono essere difesi fino in fondo come solo questa rete sta facendo!
Il ddl è in molte parti anche illegittimo, in quanto viola palesemente il principio di non discriminazione sancito dalla Convenzione ONU sulle persone con disabilità (ribadito nella legge n. 67 del 2006 ed affermato dall’art. 3 della nostra Carta Costituzionale), dunque, non solo non realizza la tanto decantata inclusione scolastica, ma aumenterà ancora di più e renderà difficilissimo il percorso di integrazione e/o inclusione vera degli alunni con disabilità.
Il testo, le cui linee guida parlano chiaro, aumenterà a dismisura il contenzioso giudiziario con un aggravamento dei costi a carico delle famiglie, e, in ultima battuta, dello stesso Stato, che sarà chiamato ripetutamente nelle sedi giudiziarie a rispondere della violazione delle norme e dei diritti sopra menzionati.
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