Il giorno 11 marzo 2015, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) ha pronunciato una ordinanza sul ricorso numero di registro generale 503 del 2015, proposto da oltre duemila ricorrenti diplomati magistrali per richiedere l’accesso alle Graduatorie ad esaurimento. Con tale ordinanda è stato disposto l’inserimento con riserva dei ricorrenti nelle GAE, in attesa che si esprima il TAR del Lazio nel merito.
Tale ordinanda deve essere resa attuativa da parte degli Uffici scolastici provinciali ma le operazioni necessarie stanno andando molto a rilento. Nonostante la notifica dell’atto, infatti, da parte dei legali che hanno seguito il ricorso, soltanto in poche provincie si è provveduto ad effettuare l’inserimento. In alcuni casi, sia gli avvocati che i ricorrenti stessi che stanno seguendo la propria inclusione, hanno riscontrato resistenze da parte degli Usp o difficoltà nel procedere, entrambe le cose motivate del fatto di non aver ricevuto dal MIUR indicazioni su come procedere.
Ma dal MIUR non arriverà nulla perché per vari motivi: sembra che il MIUR non sia stato minimamente toccato dalla sentenza, non siamo neanche riusciti ad essere ricevuti per capire come sarebbe stata gestita la cosa, sebbene le numerose richieste di appuntamento. Il motivo? La gestione dell’aggiornamento delle graduatori a seguito di una sentenza, così sostengono al MIUR è di pertinenza territoriale, regionale e provinciale, quindi, e sta agli uffici scolastici provvedere ad effettuare le inclusioni. La cosa trova conferma nell’operato di quegli uffici più solerti e “pratici” che hanno provveduto in tempi più o meno rapidi a inserire i ricorrenti nelle GAE.
Per gli altri uffici, invece, la mancanza di indicazioni univoche e ministeriali è stata interpretata in modo diverso, portando alle lunghe questi inserimenti o, addirittura, dichiarando l’impossibilità di procedere. Ancora una volta, quando si tratta di vedere rispettati diritti e sentenze, quanto questi riguardano contenziosi contro il MIUR e le sue propaggini, si verificano problemi e disattenzioni che causano disagi ai docenti in termini di diseguaglianze territoriali e di pari trattamento i tutto il territorio nazionale. Non è accettabile che dopo anni di mancato rispetto delle norme nazionali ed europee da parte del Ministero dell’Istruzione, i docenti continuino a dover subire problemi di ogni tipo, nonostante le sentenze favorevoli dei Tribunali.
Sarebbe opportuno che il MIUR, invece di occuparsi della scuola del futuro, si preoccupi della scuola del presente, quella disastrata e piena di contraddizioni che il MIUR stesso ha contribuito a definire rispettando le sentenze e, principalmente i docenti alle proprie dipendenze.