Didattica

Il digitale nei bambini, attenzione perché ha un ruolo importante nel modello di sviluppo

Negli ultimi anni sempre più bambini in età prescolare o nei primi anni di scuola si cimentano con gli strumenti digitali, divertendosi e passando diverso tempo fin da molto piccoli con tablet e smartphone.

Stiamo vivendo un vero e proprio cambiamento d’epoca, dove però non è fondamentale discutere se gli adulti che fanno fatica a stare dietro alle nuove tecnologie devono dichiararsi antiquati o se il passaggio repentino all’epoca digitale fa parte (ma lo è di certo) di un cambiamento antropologico.

Il digitale ha un ruolo importante nel modello di sviluppo dei bambini

Il tema che ha affrontato uno dei più importanti Sociologi italiani Mario Morcellini professore ordinario in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi, Roma1 è quello che è “in gioco il modello di sviluppo non solo sociale, ma quello di ognuno di noi”

Nel suo interessante articolo il Professore evidenzia la necessità di dover “mettere in ordine il nostro sapere e dare un senso ai trend oltre l’individualismo, selezionando segni distintivi rispetto al passato.

Occorre interrogarsi sul mutamento sociale, riconoscendo in maniera chiara e critica le novità che stanno emergendo come appunto la trasformazione del digitale nelle nostre vite ed abitudini, e grazie agli scienziati sociali studiare il fenomeno evolutivo del “nuovo soggetto moderno”.

Importanti gli spunti che pone Morcellini sul tema, da una parte la responsabilità da parte della politica di pensare a nuove “strategie di adeguamento e di reazione” al fenomeno, dall’altra la necessità di aprire un nuovo “cantiere conoscitivo” che impatta l’etica e la deontologia di quelli che hanno il ruolo di educatori.

Cosa dicono gli esperti

Secondo gli esperti i bambini in età prescolare hanno bisogno di opportunità per scoprire e sperimentare da soli facendo esperienze con il proprio corpo. Toccano, vedono, ascoltano, odorano sviluppando con il gioco tutti i sensi. L’utilizzo dei media digitali e degli strumenti come lo smartphone permettono solo esperienze limitare che si limitano all’udito, alla vista e parzialmente al tatto.

Numerose ricerche hanno dimostrato, aspetto questo da non trascurare, che i bambini provenienti da famiglie più attente e culturalmente più elevate manifestano una minore dipendenza dal sovradosaggio dei device digitali.

Una delle cause della forte accelerazione nell’utilizzo dei dispositivi digitali da parte dei bambini è stato come sappiamo il covid 19.

Il lungo lockdown ha rappresentato, infatti l’ingresso ufficiale delle tecnologie nella vita di molti bambini soprattutto della primaria, vuoi perché unico mezzo per accedere alle lezioni, vuoi per passare il lungo e noioso tempo dentro casa.

Alcune ricerche parlano di bambini in età scolare che hanno utilizzato di più i device digitali, anche se sono stati mediamente impegnati (53,4%) fra le tre e le quattro ore con la Dad.

Per i bambini al di sotto dei 5 anni, invece, il tablet e altri device mobili sono stati presenti per motivi di svago e per passare il tempo del confinamento nelle proprie case, in modo più intenso laddove i genitori possiedono un titolo di studio basso.

Ancora più complicata è la fase successiva; quella relativa al primo percorso scolastico, quale metodo utilizzare per rendere la fruizione dei dispositivi digitale meno impattante possibile per la socializzazione dei bambini?

Quale ruolo attivo deve avere la scuola in questo percorso?  La politica con il supporto degli esperti devono dare delle risposte perché è in gioco la crescita personale e sociale dei nostri bambini.

Negarne l’esistenza e l’utilizzo sarebbe ancor più grave che un approccio parziale e non professionale.

Sono una realtà consolidata del nostro quotidiano e delle nostre abitudini e la sola proibizione non serve a garantire la corretta protezione.

Meglio un utilizzo dosato e consapevole dello smartphone.

Fin dalle scuole primarie ed elementari va individuato un percorso formativo che consenta in maniera graduale e progressivo di creare il know how necessario ai bambini per un utilizzo consapevole dei dispositivi digitali utilizzandoli anche come strumento di gioco formativo.

E di possibilità ce ne sono tante.

Dino Galuppi

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