Categorie: Attualità

Il digitale prima di tutto, il Governo ha deciso: la scuola dovrà fare da driver

Si chiama “Digital first” e significa priorità al digitale: l’obiettivo è nel Piano triennale 2017/19 per l’informatica della PA approvato dal Governo Gentiloni lo scorso 31 maggio.

Lo stesso Capo del Governo in suo tweet ha enfatizzato come “La trasformazione digitale è priorità del governo”.

Il documento approvato dal Consiglio Dei Ministri sull’indirizzo economico e strategico della trasformazione digitale con cui , per la prima volta, si definisce il modello di riferimento per lo sviluppo dell’informatica pubblica italiana e la strategia operativa di trasformazione digitale del Paese. Servirà a coordinare ed utilizzare al meglio i 4,6 miliardi stanziati nel piano della crescita Digitale rispetto anche alla riqualificazione della spesa ICT.

Il documento è stato realizzato dall’Agenzia per l’Italia Digitale e dal Team di Trasformazione Digitale con l’obiettivo di guidare la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione ed è in linea con la Legge di stabilità 2016 e con la maggior parte degli obiettivi del nuovo Piano d’azione dell’Unione Europea per l’eGovernment 2016–2020.

Dà il via al percorso di accompagnamento che consentirà a livello nazionale di adeguarsi all’obiettivo di risparmio del 50% della spesa annuale per la gestione corrente del settore informatico (obiettivo da raggiungere alla fine del triennio 2016-2018), destinando i fondi in investimenti per innovazione e sviluppo: saranno messi a disposizione dei cittadini servizi innovativi: ad esempio sarà possibile effettuare dei pagamenti verso i Comuni e le Regioni attraverso gli smartphone.

Si tratta di un piano che pone le basi per la costruzione di una serie di componenti fondamentali su cui le amministrazioni pubbliche possono realizzare servizi più semplici ed efficaci per i cittadini e le imprese, adottando metodologie agili, un approccio mobile first, architetture sicure, interoperabili, scalabili, altamente affidabili, e basate su interfacce applicative (API) chiaramente definite. Open source e collaborazione diventano il nuovo paradigma. In concreto il piano prevede la possibilità di effettuare cure a distanza per i pazienti affetti da particolari malattie, mentre sarà dato grande spazio alla difesa da attacchi cyber soprattutto per gli asset strategici dello Stato come Ministeri, Ospedali  e infrastrutture.

 

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Molto interessante è quanto riportato dal sito del Team per lo trasformazione Digitale dove si immagina il responsabile IT di un piccolo Comune d’Italia alle prese con la trasformazione digitale dei propri servizi. Nel documento sarà in grado di capire e scegliere tra database, piattaforme informatiche, aspetti di sicurezza e sarà in grado capire come organizzare un piccolo datacenter all’interno dei locali del comune.

Non solo “Se i servizi richiedono dei pagamenti, allora il CTO del Comune potrà connettere facilmente i fornitori di servizi di pagamento attraverso la piattaforma abilitante PagoPA e gli appositi SDK. Nel caso di migrazione ad ANPR, l’Anagrafica Nazionale della Popolazione Residente, potrà ricevere il supporto dal Team Digitale.

Una volta disponibili, troverà anche indicazioni e linee guida su come esporre specifiche API del proprio servizio per consentire in maniera sicura ulteriori integrazioni da parte della comunità degli sviluppatori.”

Tutto questo gli consentirà di avere più tempo da dedicare ai cittadini.

Un piano quindi in grado di rendere interoperabili le singole Amministrazioni e di fornire linee guida a supporto delle scelte da effettuare in tema di investimenti.

Il piano è necessariamente non statico: evolverà in conseguenza dei cambiamenti tecnologici per essere sempre allineato con le esigenze e l’innovazione.

Per fare tutto questo serve ovviamente un cambiamento di approccio culturale da parte di tutti gli “attori” in gioco che avranno la possibilità di scambiare le proprie opinioni tramite dei forum attivati per l’occasione. Ogni spunto e suggerimento verrà analizzato per poter essere inserito nella fase 2 del piano.

La scuola deve agganciarsi con tutte le proprie forze a questo piano, sentendosi parte integrante della P.A. che vuole trasformarsi ed essere attrice dello stesso cambiamento partecipando attivamente al cambiamento culturale necessario.

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Dino Galuppi

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