L’utilità pratica del titolo universitario risulta sempre più in calo. Soprattutto a ridosso dal suo conseguimento. A rilevarlo è il consorzio interuniversitario AlmaLaurea, che agisce proprio per raccordare università e mondo del lavoro. Ebbene, ad un anno dalla laurea il titolo è almeno efficace (ovvero molto efficace o efficace) per 49 triennali su cento (quasi due punti percentuali in meno) e per 44 laureati specialistici su cento (invariata). L’efficacia massima (75,5%) si riscontra tra gli specialistici a ciclo unico, ma anche per loro si registrano 5 punti in meno rispetto a cinque anni fa.
Per indice di efficacia si considera l’utilizzo delle competenze acquisite durante gli studi e la necessità del titolo per il lavoro svolto. E l’efficacia del titolo risulta significativamente in calo se il confronto avviene rispetto alla rilevazione 2008 (-9 punti tra i triennali, -7 tra gli specialistici, oltre 14 punti in meno tra i colleghi a ciclo unico). Per le lauree specialistiche, a tre anni dal titolo 49 occupati su cento dice che il titolo risulta molto efficace o efficace (valore lievemente in calo rispetto alla precedente indagine).
Tra uno e tre anni dalla laurea i livelli di efficacia tendono ad aumentare (+4 punti per il collettivo in esame). I laureati a ciclo unico confermano la propria peculiarità mostrando livelli di efficacia del titolo che superano l’85% degli occupati; valore quest’ultimo che, seppure in calo di 3 punti rispetto all’analoga rilevazione dello scorso anno, risulta in aumento di circa 2 punti percentuali rispetto a quando gli stessi laureati furono indagati a un anno. L’utilità pratica del titolo di secondo livello, a un anno dal termine degli studi, risulta tendenzialmente in calo negli ultimi anni: è molto efficace o efficace per 44 laureati su cento, stabile rispetto all’analoga indagine di un anno fa ma in calo di 7 punti rispetto alla rilevazione 2008. L’efficacia risulta particolarmente accentuata tra i laureati dei gruppi architettura (per il 59% è almeno efficace), ingegneria (57%) e chimico-farmaceutico (54%).
Inferiore alla media, invece, tra coloro che hanno conseguito una laurea in scienze politiche, psicologia, lettere e nelle professioni sanitarie (le percentuali sono inferiori al 35%). Nell’ultimo caso il risultato è influenzato dall’elevata quota di laureati che prosegue il lavoro precedente alla laurea. L’efficacia aumenta a tre anni dal conseguimento del titolo: il 49% degli occupati dichiara infatti che la laurea ha una sua utilità (in diminuzione comunque di un punto). A cinque anni dalla laurea l’efficacia risulta ulteriormente migliorata (è almeno efficace per quasi 55 laureati su cento) e in aumento di 4 punti rispetto a quando furono intervistati a un anno dal titolo. A un anno dal titolo, 39 occupati su cento (in linea con le precedenti indagini) utilizzano le competenze acquisite durante il percorso di studi in misura elevata, 42 su cento dichiarano di farne un utilizzo ridotto; ne deriva che 19 laureati su cento (+1 punto) ritengono di non sfruttare assolutamente le conoscenze apprese nel corso del biennio specialistico universitario.