Nell’ottobre 2015 è arrivata nelle scuole la vera e propria rivoluzione didattica attraverso le “Linee Guida per la progettazione dei percorsi di alternanza scuola lavoro”, resi obbligatori dall’anno scolastico in corso. Novantaquattro pagine che accompagneranno qualsiasi progetto didattico, dalla sua ideazione al suo monitoraggio finale. Una forma di innovazione formativa che apre le porte agli allievi di qualsiasi istituzione secondaria superiore ad una moltitudine di esperienze e di contatti con il mondo del lavoro.
Non si potrà più quindi intendere la scuola, come lo è stata fino a qualche tempo fa, un mondo chiuso e arroccato in se stesso, dal momento che nell’arco di un triennio si stimano circa in un milione e mezzo i ragazzi che si formeranno fuori dall’aula, unendo il “sapere” al “saper fare”. Si tratta di una qualificazione orientativa svolta nelle imprese, nelle amministrazioni pubbliche, nelle istituzioni culturali, presso le associazioni, gli stessi artigiani, che permetterà agli studenti di toccare con mano, da un lato, realtà dalle dinamiche sovente estranee ai modelli strutturali conosciuti, dall’altro, consentirà loro di cimentarsi e mettere alla prova le proprie capacità progettuali e di flessibilità operativa.
Questa nuova forma di apprendimento, basata sul lavoro, introdotta obbligatoriamente per la prima volta dalla L. 107 del 15 luglio 2015, rende sistematica, nel triennio superiore scolastico, la possibilità di effettuare partenariati fra le organizzazioni pubbliche e private, l’opportunità di stipulare convenzioni con gli ordini professionali ed enti sportivi riconosciuti dal CONI e con altri soggetti afferenti al settore del patrimonio artistico, culturale e ambientale nazionale.
E’ di tutta evidenza che tale strumento normativo offrirà a tutti gli allievi nel corso del loro iter scolastico l’opportunità di accedere a un modello mentale e di apprendimento complementare, in quanto il contesto operativo in cui saranno ospitati non potrà essere più considerato separato dall’approccio scolastico; piuttosto, esso diverrà parte integrante ed elemento facilitatore di uno sviluppo pieno e consapevole della persona.
Questi accordi che hanno natura e prospettiva pluriennale tra i diversi soggetti siti nel territorio potranno comprendere lo sviluppo di idee, disegni, opere dell’arte ma anche l’esecuzione di progetti e di artefatti di qualsiasi forma e genere che condurranno, necessariamente, alla formalizzazione di accordi tra la scuola e la struttura ospitante integrando, di fatto, il patrimonio culturale e le esperienziale di entrambi i contraenti. La realizzazione da parte degli allievi dei progetti realizzati per conto dei soggetti ospitanti, seppur con finalità didattiche, comporta la necessità di regolare le condizioni per l’utilizzazione delle opere realizzate, al fine di tutelare i risultati dell’attività intellettuale svolta sia dagli studenti, che dai docenti che fossero coinvolti in tali creazioni.
Si tratta, ancora una volta, di regolare una materia solo in parte disciplinata dalla legge, facendo risaltare sia il diritto degli studenti a essere considerati autori delle proprie creazioni che quello della scuola a vedere riconosciuto il valore delle opere realizzate a beneficio dei soggetti ospitanti, ai quali dovrebbe appartenere il diritto patrimoniale esclusivo sulle opere realizzate nel contesto sopra descritto.
Sono temi questi di rilevante importanza che meritano un’attenzione particolare da parte del nostro governo, al fine di dare giusto risalto al lavoro degli studenti e dei docenti che abbiano partecipato alle diverse creazioni, senza porre a carico degli utilizzatori oneri eccessivi od imprevedibili, come pure l’obbligo di dovere essi stessi disciplinare, di volta in volta, le cessioni ed i trasferimenti degli inerenti diritti d’autore.
Avv. Luciano Daffarra – Studio Legale C-Lex
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