Continuano le presentazioni del libro Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato, libro curato da suor Anna Monia Alfieri insieme al docente di economia aziendale e contabilità e bilancio dell’Università Cattolica di Milano Marco Grumo e alla commercialista ed esperta contabile Maria Chiara Parola, in cui si riprende e si spiega nel dettaglio la teoria del costo standard per studente utile a risollevare le sorti di un sistema scolastico che continua a vacillare.
Se ne parla, alla presenza degli autori e del segretario generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, mercoledì 27 aprile alle 15.30 presso l’Aula 5 del Dipartimento di Economia, Università degli Studi di Foggia.
Il libro vuole essere uno studio economico importante che, come dichiarato da suor Anna, vuole lanciare una sfida ai politici e aprire a un dibattito costruttivo che sia davvero in grado di individuare, se realmente ce ne sono, le incongruenze, le problematiche o le criticità delle ipotesi sviluppate nel testo che, a detta degli autori, sarebbero non solo in grado apportare dei concreti miglioramenti all’attuale sistema scolastico, garantendo quel pluralismo della libertà di scelta educativa che viene sancito dalla 62/2000 della Costituzione italiana senza tuttavia essere realmente applicato, ma persino di far risparmiare 17 miliardi di euro allo Stato italiano. Ma è davvero possibile? Procediamo per gradi.
Partendo da una serie di studi di natura nazionale e internazionale, gli autori del testo individuano una soluzione alle discrepanze dell’attuale sistema scolastico nel costo standard di sostenibilità per studente e cercano di spiegare come attuare questo costo standard attraverso due diverse ipotesi. Nel peggiore dei casi, lo Stato riuscirebbe a risparmiare 5 miliardi di euro; nel migliore, invece, addirittura 17 miliardi di euro. Lo studio è stato sviluppato sul campione di studenti che frequentavano le scuole statali pubbliche e paritarie nel 2009. Gli iscritti agli istituti pubblici erano pari a 7.843.146, mentre quelli iscritti presso gli istituti paritari ammontavano a 1.064.956.
Una differenza enorme, così come ingente è la differenza delle spese sostenute dallo Stato, pari a 54 miliardi e 648 milioni di euro nel caso degli istituti pubblici e pari a 521 milioni nel caso di quelli paritari. Su un numero totale complessivo di studenti pari a 7.736.194 (ottenuto dalla somma degli allievi complessivi degli istituti pubblici e paritari, ad esclusione di quelli delle province autonome di Trento e Bolzano, pari a 106.952) il costo medio totale per ciascuno alunno ammonta a 7.063,94 euro.
Di fronte a questa somma, suor Anna Monia Alfieri, Maria Chiara Parola e Marco Grumo, sostengono l’introduzione di un costo standard che cambia in base a differenti variabili quali il grado (infanzia, primaria, secondaria), il tipo (licei, istituti tecnici…), la presenza di alunni diversamente abili e la classificazione delle scuole in efficienti e non efficienti. Tale costo potrebbe cambiare in base a due diverse ipotesi individuate dagli autori.
Nel primo caso lo Stato coprirebbe la cifra intera del costo standard delle famiglie bisognose (pari al 20% della popolazione degli studenti) intervenendo con 4.573,91 euro per la scuola dell’infanzia; 4.851,19 euro per la primaria; 6.968,90 euro per la secondaria di I grado e 6.314 per la secondaria di II grado; il resto del costo standard spetterebbe per il 30% alle famiglie facoltose (pari al 80% della popolazione degli studenti) e per il 70% allo Stato che interverrebbe quindi con una cifra pari a 3.201,73 euro per le scuole d’infanzia, 3.395,84 per la primaria, 4.878,23 euro per la secondaria di I grado e 4.419,80 euro per la secondaria di II grado.
Secondo questi calcoli, il costo totale di tutti gli studenti di ogni grado ammonterebbe a 316,26 miliardi, permettendo allo Stato di risparmiarne ben 17. Nel secondo caso, lo Stato si farebbe carico della cifra totale del costo standard di sostenibilità di tutte le famiglie, sia quelle abbienti che bisognose, arrivando a un risparmio di 5 miliardi rispetto a quanto speso fino ad ora. Se un tale studio fosse realmente preso in considerazione e applicato, gli sprechi sarebbero di gran lunga ridotti e il sistema scolastico gioverebbe di una serie di fattori positivi che permetterebbe alle famiglie di scegliere tra buona Scuola pubblica Statale e buona Scuola pubblica Paritaria senza doversi preoccupare del costo di sostenibilità, annullando pertanto quella situazione di discriminazione che permette ad alcune famiglie di scegliere davvero liberamente e ad altre no.