Di sicuro il presidente Giorgio Napolitano non scioglierà le Camere, piuttosto darà le dimissioni, come dice il Corriere della Sera, se il governo Letta non andrà avanti con le riforme.
Ma anche Emanuele Macaluso né è convinto: “Nel suo discorso di insediamento aveva parlato di un anno e sei mesi per modificare la Costituzione, quindi entro l’estate-autunno. Aveva vincolato la sua rielezione a tre punti fondamentalmente: rifare la legge elettorale, riformare il Senato, ridurre il numero dei parlamentari. ‘ Altrimenti non ci sto’ “. “Giorgio lo conosco da una vita, sarà fedele a quel che ha detto. Non si smentirà”.
E Macaluso difende Napolitano dagli attacchi che arrivano da più fronti dell’opposizione: “Gli italiani dovrebbero ricordarsi che tutti lo applaudivano quel giorno a Montecitorio, e più lui li sferzava più loro gli dicevano evviva. A cominciare da Silvio Berlusconi, che gli aveva chiesto in ginocchio di accettare il secondo mandato. E adesso invita a boicottarlo, a spegnere la tv durante il discorso. La verità è che siamo un paese di pazzi”.
In ogni caso non si soffermerà, Napolitano, nel pantano delle polemiche politiche che lo riguardano, né darà conto a quanti vorrebbero “silenziare” il suo discorso che appare tuttavia il più difficile degli ultimi sette anni, mentre forse qualche piccola modifica la vedremo nella scenografia.
Il discorso di San Silvestro sembra tuttavia stretto tra il contro-messaggio di Beppe Grillo e le fibrillazioni di parte di Forza Italia, Berlusconi compreso, che vorrebbe elezioni anticipate a maggio. Ma lui ha sempre detto: niente elezioni con questa legge elettorale.
Poco prima di Natatale il presidente anticipò: “Cercherò un equilibrio tra il linguaggio della verità e un messaggio di fiducia”, considerando che la gente vorrebbe che il 2014 fosse l’anno della svolta e ora dovrebbe spiegare quanto le riforme istituzionali servano ai cittadini e quanto la fine del bicameralismo possano aiutare gli investimenti esteri e l’aggancio per la ripresa.
E se Napolitano si dimette, Il Giornale ha già iniziato il toto presidente, fra Romano Prodi, Luciano Violante, ma anche Massimo D’Alema e perfino Enrico Letta che però, non avendo ancora 50 anni, si allenerebbe per il Quirinale con l’aiuto di Matteo Renzi.
A fine anno è d’uopo fare i botti.