Il docente che esegue ordini dall’alto crea studenti conformisti, i presidi con troppo potere rovinano la scuola: rinnoviamo gli organi collegiali! – Video INTERVISTE

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March 29, 2025

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Ricorrono quest’anno 50 anni dalla approvazione delle norme sugli organi collegiali e da più parti ci si chiede se non sia arrivato il momento di porre mano ad una revisione sistematica della materia. Dell’argomento si è parlato anche nel corso di un convegno svoltosi nei giorni scorsi a Roma promosso da Flc-Cgil e dall’associazione ‘Proteo Fare Sapere’.

Più di un relatore si è soffermato ad analizzare le ragioni della crisi che va quasi certamente ricercata nei profondi cambiamenti sociali e culturali che hanno toccato il nostro Paese in questo mezzo secolo.

Tutti d’accordo però su un punto: gli organi collegiali della scuola – in particolare Collegio dei docenti e Consiglio d’Istituto – sono indispensabili per garantire che la scuola non si limiti a formare giovani da inserire nei processi produttivi, ma svolta fino il fondo quel ruolo di “palestra di educazione alla cittadinanza” che la Costituzione le assegna.

“La Tecnica della Scuola” ha intervistato alcuni dei relatori del convegno, i quali hanno sottolineato che un ruolo più forte degli organi collegiali renderebbe gli stessi dirigenti scolastici meno “permeabili” alle pressioni esterne: in particolare, ha detto Massimo Baldacci, presidente di Proteo Fare Sapere, bisogna scongiurare il rischio che “il ruolo autocratico del dirigente scolastico vada a scapito dell’effettiva partecipazione democratica”. Inoltre, ha spiegato che “se un docente diventa un semplice esecutore di ordini impartiti dall’alto tenderà a ripetere un atteggiamento conformista nell’educazione degli studenti, invece di insegnare loro a pensare liberamente“.

Baldacci ha quindi detto che “c’è un secondo rischio: quello di una apertura al territorio che però tenda a limitarsi essenzialmente ai cosiddetti stakeholder imprenditoriali che sono identificati come i principali interlocutori di una scuola funzionalizzata al sistema economico. Come c’è il rischio che i genitori non rappresentino più i cittadini, ma nella regressione individualistica che si è creata rappresentino soltanto loro stessi e la difesa degli interessi del proprio figlio”.

Come arrivare a questo obiettivo? “La via – ha risposto Baldacci – è quella di rinunciare alle retoriche manageriali che hanno accompagnato il governo della scuola in questi ultimi decenni, enfatizzando il ruolo decisionista del capo d’istituto che addirittura nella legge sulla buona scuola del governo Renzi veniva presentato come un ruolo necessario che era intralciato dagli organi collegiali, chen quindi andavano ridimensionati, ma occorre invece potenziare il ruolo dei docenti nella gestione democratica e quindi le prerogative del collegio dei docenti”.

Sulla stessa lunghezza d’onda si sono posti Roberta Fanfarillo, responsabile dirigenti scolastici Flc-Cgil, e Angela Nava, presidente del Coordinamento Genitori Democratici.