I lettori ci scrivono

Il docente da eroe a elemento pericoloso

Dopo un inverno pesante passato in classe con metà ragazzi in presenza e metà ragazzi a casa, con la connessione della scuola che va e viene, con lo stress di ottimizzare quei 50 min di lezione, in cui devi trasmettere qualcosa, verificare le conoscenze acquisite, adempiere alla compilazione del registro elettronico, improvvisarti tecnico informatico per fare consulenza ai ragazzi collegati da casa, diventare psicologo per quelli che hanno paura del Covid.

Dopo un inverno pesante in cui il lavoro non si è mai esaurito nelle 18 ore poiché i pomeriggi sono stati una continua assistenza per chi non aveva capito bene la lezione, per chi non si era potuto collegare, per chi anche si sentiva solo e desiderava compagnia.

Dopo un inverno pesante, sotto la minaccia di un virus sconosciuto che si paventava sterminasse l’ ‘umanità,  da cui la maggior parte di noi docenti non si è fatta intimorire e in modo, direi eroico, è andata a compiere il proprio dovere.

Dopo un inverno pesante, noi docenti meritavamo quel tanto agognato momento di riposo. Dove resettare il cervello per ricaricarlo in vista di un anno che si prospetta nuovamente pesante.
Ma è noto che lo Stato non ha alcun rispetto dei docenti, né tanto meno ha a cuore il loro riposo.

Il presidente Draghi ha dichiarato che non vaccinarsi equivale a morire, ergo l ‘anno scorso ci ha mandato a morire, dato che nessuno di noi era vaccinato. In modo particolare ha mandato a morire le maestre dell’ asilo, dove i piccoli non portavano neppure le mascherine.
Ma solitamente chi viene mandato a morire è riconosciuto come eroe della patria.

Invece no. Il generale Figliuolo cerca i “ribelli”. I dissidenti. Li vuole stanare. Burioni parla di sorci. Fra i docenti c’è pure chi non vuole vaccinarsi. Ed ecco che da eroe diventa  in un istante un elemento pericoloso, un no vax, complottista, negazionista. Un ribelle, di quelli infimi. Paragonato ad un sorcio.

Gli amici ti evitano perché la propaganda mediatica lì ha convinti che sei un untore, pericoloso. In ogni caso non meriti più la loro stima, perché non sei stato da esempio, non hai senso civico ne etico.

A nulla valgono le tue giustificazioni. Anche citare fonti autorevoli divergenti dal pensiero comune, diviene una forma di complottismo.

Non è ammesso neppure dubitare, far emergere le contraddizioni intrinseche ai loro ragionamenti. di colpo, da amico, valido collega, compagno di serate allegre e battaglie nell’ambito lavorativo, sei diventato uno che attenta alla vita di ciascuno di loro, dei loro parenti, dell’umanità intera!

All’eroe, caduto, sotto il fuoco amico, non resta che soccombere o combattere, combattere ancora. Ma non contro un virus, bensì contro la cecità di chi non vede, la sordità di chi non sente, l’immobilità di chi non si muove, ed esortare i giovani perché una guerra è cominciata.

Arianna Ragusa

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