Riceviamo e volentieri pubblichiamo una composizione in versi, inviata dal nostro lettore, Maurizio Campanella.
Ad un qualsiasi dirigente
Valutazione
E tu vorresti valutare me?
Tu, che hai rinunciato ad un’aula per un ufficio.
Tu, che non rassicuri l’ansia di Paolo.
Tu, che non vedi il mare calmo negli occhi di Giada.
Tu, che non ti appropri del sorriso di Valentina.
Tu, che non prepari le lezioni pensando alle difficoltà di Luca.
Tu, che la sera ti addormenti senza risentire i racconti familiari di Andrea.
Quanto valgono i miei abbracci che al mattino accolgono i più insicuri?
Quanto valgono le mie facce da pagliaccio che ammorbidiscono le lezioni del giorno?
Quanti euro daresti alla mia pazienza? E alla mia amorevole autorevolezza? Quanto ai miei rimproveri che non offendono?
E come potrai quantificare in denaro le mie continue deviazioni dalla strada tracciata dalla lezione per avventurarsi nel vasto territorio della vita e riconoscere lì l’esistenza della lezione poco prima lasciata?
Per favore, non usare su di me la tua unità di misura. Non provare a pesare la mia leggerezza. O a stabilire la lunghezza della passione che nutro per l’insegnamento.
Tu, che hai rinunciato ad un’aula per un ufficio, proprio tu vorresti valutare me?
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