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Il docente sarà la figura professionale più richiesta dopo il manager nei prossimi dieci anni: ma i giovani vogliono insegnare?

Una delle figure professionali più richieste nei prossimi anni in Italia sarà quella dell’insegnante. Questo dato si basa su previsioni che indicano un cambiamento significativo nelle esigenze del mercato del lavoro, con un’enfasi crescente sull’istruzione e la formazione continua. Lo riporta Will Media, sulla base di dati forniti dal Cedefop, Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale, nel documento Skills Forecast Italy 2023.

I dati

Il dato si basa sulla previsione delle assunzioni nel nostro Paese entro il 2035. Nella classifica delle professioni al primo posto spicca la figura del manager. Poi, al secondo posto, gli insegnanti. Poi, a seguire, impiegati d’ufficio, addetti alle pulizie e lavoratori nelle costruzioni.

Il documento prevede quasi 140mila assunzioni di insegnanti entro undici anni. Insomma, la domanda dovrebbe essere importante: ma i giovani vogliono davvero fare i docenti?

Ecco i dati del rapporto Ocse 2023 relativi agli stipendi docenti

Stipendi docenti e attrattività della professione in Italia, ecco cosa è emerso dal Rapporto: i salari sono più bassi in Italia rispetto alla media, già dallo stipendio iniziale. In altre nazioni è più possibile che lo stipendio aumenti nel corso della carriera. Gli stipendi degli insegnanti sono più bassi rispetto ad altri laureati: gli unici che possono tenere testa sono i dirigenti scolastici. Tra il 2010 e il 2022 il potere d’acquisto degli stipendi dei docenti è sceso in molti Paesi.

Per quanto riguarda i fondi destinati alla scuola: negli ultimi anni si è speso di più per la primaria e meno per la secondaria. Su periodi più lunghi gli investimenti, in tutti i Paesi Ocse, crescono con la stessa velocità del Pil. La spesa pubblica italiana per l’istruzione dal 2008 al 2020 è diminuita sebbene il numero di studenti sia rimasto stabile.

LEGGI ANCHE: Stipendi docenti, Giuliani: “Troppo bassi, mestiere poco attrattivo. Un laureato Stem al Nord non vuole guadagnare così poco”

LO STUDIO

Laura Bombaci

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