Sabato 25 marzo ha parlato anche di telefoni cellulari e smartphone da tenere spenti durante le lezioni a scuola il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: nel corso del suo intervento il 25 marzo alla scuola di formazione politica della Lega a Milano, il numero uno del dicastero di Viale Trastevere si è rivolto a “qualche fesso” che ancora non ha compreso il significato della circolare sui cellulari in classe di tre mesi fa: “si legga più attentamente la circolare, che ne sottolinea l’uso corretto”.
Il ministro ritiene che “alcuni hanno perso di vista il significato più profondo: il rispetto. Se io insegnante sto spiegando in un momento in cui voglio che i ragazzi partecipino, se uno si mette a chattare con un amico o immortalare magari le smorfie dell’insegnante per dileggiarlo: è inaccettabile”.
Nel pomeriggio, parlando a Trieste, il titolare del dicastero bianco ha Valditara ha ribadito il concetto della circolare sui cellulari e smartphone a scuola: che se l’ho inviata non è stato “certamente perché non mi renda conto che la tecnologia è fondamentale, tant’è vero che stanziamo ben due miliardi e 100 milioni di euro per la cittadinanza digitale”.
In quella circolare, ha concluso, è previsto che “se un ragazzo è a lezione e il docente sta spiegando, non può guardare un film, non può chattare con l’amico, è una questione di rispetto”.
Nella circolare, pubblicata a fine 2022, il ministro aveva confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, come già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007.
Inoltre, sempre secondo la circolare, l’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici può essere ovviamente consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”.