Quello del contributo volontario che alcune le scuole “pretendono” come fosse obbligatorio, è un problema che la nostra testata giornalistica ha sollevato più volte. Avevamo ricordato di recente il caso del DS di un liceo di Torino che aveva emanato una circolare diventata un caso nazionale tanto da arrivare in Parlamento.
In tale circolare il Ds non autorizza le uscite didattiche e i viaggi d’istruzione per le classi in cui gli studenti non hanno versato 120 euro di contributo volontario nelle casse della scuola.
Si tratta di una questione incresciosa che si ripete, anche più gravemente, al Liceo di Frattamaggiore (Napoli).
A sollevare il caso è la trasmissione di Canale 5 Striscia la notizia, che, intervistando genitori e alunni del liceo di Frattamaggiore, fa emergere pubblicamente i provvedimenti assunti dalla scuola contro gli studenti, considerati rei di non avere versato il contributo volontario di 85 euro.
Dal servizio si comprende che, in quel liceo chi non paga il contributo “volontario”, riceverà un 7 in condotta, perché non pagare un contributo “volontario” non è un bel comportamento.
Dalle dichiarazioni di un alunno si apprende che il DS aveva stabilito, quasi fosse una pregiudiziale, che chi non avesse pagato il contributo “volontario” avrebbe dovuto avere 7 in condotta.
La sensazione che emerge dal servizio di Striscia la notizia, è proprio quella che il Dirigente Scolastico trovi ineccepibile valutare come un cattivo comportamento quello di non pagare il contributo volontario, quasi a sottolineare il valore etico di questo pagamento e la ricaduta che questo avrà sul credito scolastico.
Stesso ragionamento è stato fatto, in un Liceo calabrese da una DS all’interno di un Consiglio d’Istituto. In tale contesto, alla presenza di docenti, alunni, genitori e personale ATA, la DS ha affermato che il pagamento del contributo volontario è un valore etico e che è una questione di etica culturale.
Ricordiamo, in contrasto con tali provvedimenti adottate da alcune scuole, una circolare a firma Dott.ssa Lucrezia Stellacci : “Nessuna ulteriore capacità impositiva viene riconosciuta dall’ordinamento a favore delle istituzioni scolastiche, pur potendo deliberare la richiesta alle famiglie di contributi di natura volontaria, che non trovano però in nessuna norma la fonte di un vero e proprio potere di imposizione che legittimi la pretesa di un versamento obbligatorio di tali contributi”.
Guarda il servizio di Striscia la notizia
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