La vita professionale di un docente è una questione che riguarda la scuola, per cui un dirigente scolastico può interferire. Altra cosa è invece la vita privata dei docenti.
Le relazioni tra docenti e dirigente scolastico sono importanti, ma è necessario che in un rapporto di gerarchia, si faccia molta attenzione, da una parte e dall’altra, a non sconfinare in confidenze o in un’invasione della privacy.
Purtroppo di presidi invadenti ce ne sono, come per esempio quei dirigenti scolastici che durante la chiamata diretta dell’agosto 2016, hanno posto delle domande molto imbarazzanti ai docenti che dovevano selezionare.
Domande del tipo: “Cosa ne pensa lei dei docenti che scioperano contro la legge 107/2015 o che la criticano aspramente?”; oppure “Lei è sposata? Quanti figli ha? Ha intenzione di fare altri figli?”.
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Esistono presidi che arrivano a consigliare ai propri docenti, trincerandosi dietro un affetto materno o paterno, quali amici frequentare e quali persone evitare.
Come vi sono casi di dirigenti scolastici che intrattengono rapporti con i propri collaboratori, così confidenziali e amicali, che si sconfina spesso nel pettegolezzo e nella critica gratuita verso i colleghi.
Bisognerebbe prendere l’esempio da quei capi d’istituto che evitano di parlare troppo e a sproposito, interagiscono con i docenti e con tutto il personale scolastico, utilizzando il buon senso, evitano di entrare nella vita privata dei docenti, rispettando la loro privacy.
Sempre più spesso si sente parlare nelle scuole di rapporti deteriorati tra dirigenti e professori, tra dirigenti e sindacalisti. Ma questo accade, in diversi casi, proprio per la mancanza delle buone e giuste relazioni all’interno della scuola tra il preside e il personale scolastico.