Approfondimento de La Repubblica sulle lauree 3+2, la riforma universitaria Berlinguer-Zecchino del 2000.
Il vecchio e il nuovo ordinamento a confronto. Fallito l’obiettivo di anticipare l’età di uscita dall’università. Meno laureati e titolo “completo” che arriva sempre dopo i 27 anni. La riforma universitaria ha mancato due dei suoi obiettivi principali. I giovani non riescono a concludere l’intero ciclo di studi di cinque anni e i laureati sono in meno rispetto al 2000. Per acquisire due titoli si va ancora fuoricorso. Nel 2016 i laureati magistrali o con percorso a cilo unico sono stati 130mila. Nel 2000 erano 144.
DURATA DEI PERCORSI DI STUDIO – Nel 2000 ci si laureava a 27.6 anni, sedici anni dopo siamo scesi a 27.1. Un piccolo passo avanti che non giustifica la rivoluzione del 3+2. Fanno fatica i ragazzi del gruppo di Lettere che impiegano 5,2 anni.
COSA NON FUNZIONA – Secondo i docenti contattati da La Repubblica “non ha funzionato soprattutto il triennio iniziale che offre pochi sbocchi professionali”. L’80% dei triennalisti prosegue, ma la laurea triennale che avrebbe dovuto attirare i diplomati provenienti da istituti tecnici e professionali non è sempre professionalizzante. Il vero tema: riconquistare i giovani dei tecnici e dei professionali che oggi si iscrivono sempre meno all’università.
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