Il fallimento della “sinapsi emendativa”

In questi giorni attraverso un’altalena di emozioni abbiamo sperato nel successo emendativo della legge spending review. Tanti gli emendamenti proposti a vario titolo, volti a correggere le storture anche di carattere costituzionale del decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012. Emendamenti tutti respinti, abbattuti come i birilli del bowling quando fai strike. 
Certo nessuno si illudeva che dovessero essere approvati tutti, ma si sperava in una sorta di “sinapsi emendativa”, cioè la congiunzione di qualche buon emendamento, capace di aprire un momento di pura riflessione nei nostri governanti e cambiare in meglio il decreto legge. Sulla scuola è stato affossato l’affossabile e non è stato tenuto in alcun conto la discussione in merito a palesi errori di carattere legislativo evidenziati nel decreto. Incredibile il fatto di non riconoscere le ferie non godute e non fruibili, al personale supplente, questa norma è considerata da più esperti anticostituzionale.
 Bocciati incredibilmente anche gli emendamenti sugli inidonei all’insegnamento, ma idonei a svolgere altre mansioni. Questa categoria di insegnanti verrà declassata a compiti amministrativi e mortificata nella propria dignità. Il personale della scuola si vede negato dal Ministero dell’economia ancora una volta il diritto ad andare in pensione al raggiungimento di “quota 96″ al 31 agosto 2012.
 Nessuno proroga viene concessa al personale scolastico che notoriamente non ha finestre pensionistiche, se non quella del 31 agosto. Eppure la società civile si è spesa moltissimo per proporre emendamenti di aggiustamento alla rigidità ossessiva della spending review, si è cercato di coniugare il rigore all’equità proprio con quella che ci piace chiamare “sinapsi emendativa”, ma tutto è stato inutile. 
Si tratta purtroppo del fallimento della “sinapsi emendativa”. Intanto il tempo stringe e alcuni politici hanno fatto dichiarazioni che lasciano veramente poche speranze riguardo qualche ravvedimento del governo. 
Già lunedì la legge “spending review” passerà all’esame del Senato, proprio come è uscita dalla Commissione bilancio, e si prevede l’ennesimo voto di fiducia, con buona pace della sinapsi emendativa.

Lucio Ficara

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