Con l’arroganza dei deputati della maggioranza della Camera che ha approvato l’art. 9 del DdL della Buona scuola si è celebrato il funerale alla scuola pubblica italiana.
Il dirigente scolastico manager sceglierà i docenti negli albi territoriali, gli farà un contratto “d’affitto” triennale e poi gli darà lo sfratto, se per qualche motivo “non discrezionale”, quell’insegnante non corrisponde alla sua “non discrezionale” idea di scuola. Così il povero insegnante ritornerà nell’albo territoriale con la speranza che un altro dirigente lo accolga con sé per altri tre anni.
I colleghi docenti, ormai parlamentari, che non siedono più dietro una cattedra di un’aula scolastica, ma su una morbida poltrona del Parlamento italiano (si faccia il mea culpa chi li ha votati) parlano di criteri “non discrezionali” che il dirigente dovrebbe applicare nella valutazione di un insegnante che sia o non sia difettoso per stare nella sua scuola.
Peccato che quali siano questi criteri non ce li spiegano in poche ma chiare, povere parole! Tutta questa riforma nasconde l’inizio del processo di privatizzazione della scuola pubblica e nessuno è in grado di fermarli!!!
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