Le intenzioni del Miur, nemmeno troppo recondite, sono quelle di popolare di insegnanti gli ambiti territoriali, al fine di consentire alle scuole associate all’ambito e che si costituiscono in rete di avere un serbatoio di docenti pronti a soddisfare i piani di offerta formativa triennale delle scuole. Infatti gli ambiti territoriali sono stati già definiti territorialmente dagli USR, ognuno è suddiviso, come previsto dal comma 66 della legge 107/2015, in sezioni separate per gradi di istruzione, classi di concorso e tipologie di posto.
L’ambito funzionerà come una sorta di macchina di smistamento delle professionalità necessarie al buon funzionamento delle istituzioni scolastiche. Nell’ambito territoriale, già dal 2016/2017, finiranno i docenti neoassunti in fase B e C del piano straordinario di assunzioni, i docenti neo assunti in fase 0 e A che volessero partecipare alla fase D della mobilità e i docenti entrati in ruolo entro il 2014 che avranno soddisfatta la domanda di mobilità in fase B negli ambiti scelti successivi al primo.
Tutti questi docenti diventeranno titolari in un ambito e verranno chiamati ad esercitare la loro docenza, attraverso una “chiamata diretta” dei dirigenti scolastici delle scuole appartenenti all’ambito territoriale di cui sono titolari.
L’intenzione del Miur, sindacati permettendo, sarebbe quella di prevedere le utilizzazioni e assegnazioni provvisorie su ambito e non più su scuola. Inoltre è previsto che per l’anno scolastico 2017/2018, la mobilità si farà esclusivamente tra ambiti e la titolarità di chi otterrà trasferimento sarà su ambito. Anche chi vincerà i prossimi concorsi a cattedra, avrà la titolarità sull’ambito. Con la scadenza del triennio 2014-2017 le attuali graduatorie d’istituto suddivise in tra fasce, dovrebbero cessare la loro esistenza e diventare graduatorie di ambito territoriale.
In buona sostanza gli ambiti diventeranno degli snodi fondamentali da cui attingere personale docente per le esigenze delle scuole. Anche i futuri docenti soprannumerari o che avranno riduzione oraria della propria titolarità su scuola, rischieranno di finire nell’ambito territoriale anche parzialmente.
Con il fatto che la titolarità del docente oltre che essere su ambito è di estensione regionale (comma 66 legge 107/2015), si tenta di eliminare lo status giuridico di docente in esubero, noto fino ad oggi come DOP. Non è ancora chiaro, ma la decisione non tarderà ad arrivare, come funzionerà la “chiamata diretta” dei docenti da parte dei dirigenti scolastici. Su questo è in atto una sequenza contrattuale, volta a trovare i criteri con cui i Ds dovrebbero stipulare contratti triennali con i docenti titolari di ambito. Una cosa resta sicuramente certa: “Il futuro degli insegnanti sarà su ambito territoriale”.