La dipendenza dell’istruzione pubblica dai mercati finanziari è sotto gli occhi di tutti: tanto è vero che quelle che negli ultimi anni sono state da più parti definite le riforme Gelmini, sono state, in realtà, delle “razionalizzazioni” del sistema scuola dettate da via XX Settembre. Nei Paesi dove, invece, l’investimento per la formazione delle giovani leve è alto quando si attua una riforma lo si fa, in genere, per motivazioni prettamente pedagogiche e comunque per il miglioramento dell’efficacia offerta formativa.
Di queste tematiche, su istruzione e mercati in chiave comparata, meno ovvie di quanto si possa pensare, si parlerà giovedì 19 maggio, alle 18, presso l’Università “Bocconi” di Milano durante il convegno Bocconi Lecture “Il futuro della scuola: esperienze a confronto”. Nella presentazione dell’evento, gli organizzatori, facenti capo all’università Bocconi e alla Fondazione Corriere della Sera, spiegano che “i mercati, quando organizzati in modo appropriato, generano una grande quantità di informazione che può risolvere i problemi chiave dell’investimento in istruzione, generando soluzioni migliori rispetto a quelle solitamente impiegate, fra cui imposizioni amministrative, offerta uniforme d’istruzione sul territorio, quote e altre politiche controllate dagli esperti”.
Al convegno, che prevede il suo svolgimento in inglese con traduzione simultanea, parteciperà Caroline Hoxby, docente della Stanford. Interverranno anche Mario Monti, presidente Università Bocconi, Piergaetano Marchetti, presidente Fondazione Corriere della Sera, Maristella Botticini, Università Bocconi. Alla discussione sul tema della giornata parteciperanno anche Guido Tabellini, rettore dell’università Bocconi, Daniele Checchi, Università degli Studi di Milano, Andrea Gavosto, Fondazione G. Agnelli, Paola Mastrocola, Liceo Scientifico “A. Monti”- Chieri (To), Roberto Perotti, Università Bocconi, Marco Rossi Doria, fondatore del Progetto “Chance” di Napoli.