Leggiamo sui giornali di insegnanti “parcheggiati a non fare nulla”.
Siamo curiosi, si tratta di un fenomeno reale?
Noi che in ogni ordine e grado di scuola cerchiamo i modi più disparati per poter recuperare situazioni di difficoltà, fino ad arrivare – dove occorre – anche al puro e semplice lavoro gratuito. Quella scuola non ha bisogno? Non ha situazioni di disagio socio-culturale, alunni con certificazione per legge 104 o anche solo per dsa, alunni stranieri…
Oppure una scuola vicina, di qualunque grado, da raggiungere con quel meccanismo che nella burocrazia di un tempo si chiamava “aggregazione” e sempre e comunque con limiti di tempo, con il consenso del docente interessato e della Rsu. E ovviamente in base ad un progetto redatto dal team docente o consiglio di classe della scuola che riceve. Non è previsto?
Si fa un decreto legge per prevederlo. Abbiamo bisogno di valorizzare tutte le risorse, di docenti e di discenti.
Il futuro ha bisogno di istruzione e di non lasciar nessuno indietro. Nelle more di tutto questo?
Se l’attività si svolge nello stesso istituto non c’è problema, fatto salvo il consenso dell’interessato e della Rsu; se è in altre scuole oltre a questi requisiti serve un via libera del Miur a mezzo circolare. Tutto qui.
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