Negli ultimi 5 anni sono stati assunti a tempo indeterminato nella scuola circa 250.000 fra docenti e personale ATA. Nonostante questo sono attualmente in servizio oltre 200.000 lavoratori a tempo determinato.
Molti di loro hanno anni di lavoro precario alle spalle e un’età media superiore ai 40 anni e, alle condizioni date, potranno andare in pensione non prima di 20/30 anni. Per fare un esempio, nel 2035 un dipendente con 40 anni di contributi, fatto pari a 100 il suo ultimo stipendio prenderà, 65 di pensione.
Ma per un neo assunto, o addirittura ad un lavoratore precario, parlargli di pensione può sembrare un miraggio, una scadenza talmente lontana che non varrebbe la pena pensarci ora.
Invece il futuro comincia proprio ora, perché a quella scadenza si arrivi con maggiore sicurezza.
Uno strumento per raggiungere questo obiettivo è la previdenza complementare, un tema importante da approfondire ora, iniziando ad informarsi.
Nella scuola, dal 2004, c’è il Fondo Espero, il fondo pensione complementare dei lavoratori della scuola, che ha fra i suoi compiti quello di diffondere la conoscenza e le opportunità offerte agli aderenti per dare loro un futuro previdenziale più tutelato.
Aderendo al Fondo un lavoratore del comparto scuola si costruisce una pensione complementare, che si aggiunge a quella pubblica/obbligatoria, con i benefici del versamento dell’1% dell’amministrazione, del risparmio fiscale, delle potenzialità dell’investimento finanziario di lungo periodo.
Per maggiori informazioni, per conoscere le caratteristiche e altri vantaggi dell’adesione a Espero visita il sito www.fondoespero.it, vai sui canali social Facebook, Instagram e Youtube, scrivi a [email protected], o telefona al numero 06 5227 9155. Il futuro comincia ora.
Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari – prima dell’adesione leggere la Parte I ‘Le informazioni chiave per l’aderente’ e l’Appendice ‘Informativa sulla sostenibilità’, della Nota informativa
pubbliredazionale